"Prima l'amaro, poi il dolce". di Vincenzo Pascuzzi, 9.9.2012 Ho riletto i due articoli di Giovanni Bachelet e Francesca Puglisi pubblicati di recente sull’Unità e che riporto di seguito. Mi sembra che la posizione Pd sia ambigua e incerta: vogliono (il Pd e i due autori citati) salvare la forma ma sanno già che la sostanza non accoglierà le loro richieste. Bachelet si schiera per "l'articolo 97 della Costituzione (nella pubblica amministrazione si entra per concorso), delle giovani generazioni, del merito e della qualità della scuola"; e chi non è favore? Non è questo il problema. Si tratta di passare da una situazione di 13 anni di deroga (decisa dai ministri e dai governi per motivi ....) a una di "normalità" che è illusorio ripristinare d'autorità, in modo unilaterale, senza accordi né confronti e in tempi brevi. In particolare, chi indennizza gli interessati del fatto che sono stati omessi 5 o 6 concorsi biennali o triennali? E i precari, che la gestione non-normale ha prodotto e utilizzato a buon mercato, ora li affoghiamo? Inoltre, "i migliori laureati degli ultimi anni" non potranno partecipare al concorso salvo deroghe. Bachelet, che ha "espresso viva soddisfazione per il concorso della scuola", ha commesso un azzardo o una leggerezza in quanto: 1°) non si conosce ancora il bando; 2°) non c'è traccia di un programma certo che recuperi i precari come sopra detto; 3°) non c'è nessuna garanzia che il Miur non ripeta "la recente esperienza in fatto di concorsi nazionali (anch'essi a lungo reclamati dal PD: dirigenti scolastici e TFA)" che, "è stata catastrofica". Puglisi, giustamente, chiede di "rendere disponibili per l'immissione a tempo indeterminato i posti attualmente coperti con incarico annuale", conferma che il "proposito è sempre stato di svuotare le graduatorie con un nuovo piano pluriennale", ricorda "tra i "buoni consigli" che avevamo avanzato, respinti dal governo, c'era anche la richiesta di mandare in pensione con i criteri pre-riforma Fornero gli insegnanti che conseguono i requisiti al 31 agosto,". E ciò quasi in rassegnata previsione di ulteriori respingimenti governativi.
In sintesi, la posizione del Pd - espressa
da Bachelet e Puglisi - potrebbe pure andare bene
se recepita in toto ma
non è quello che prevedibilmente farà il governo. Al più potrà
promettere una successiva "fase 2" (campa cavallo precario ....) che
poi non verrà realizzata. "Prima
l'amaro, poi il dolce": solo che l'amaro è certo e
il dolce no.
+ + + + + Il concorso per la scuola è una richiesta del PD di Giovanni Bachelet – l’Unità - pubblicato il 31 agosto 2012 Dopo aver proclamato il 12 agosto che fra le dieci priorità del PD c'è la "abolizione del Titolo Quinto della Costituzione" (non è in nessun documento o dichiarazione di vertice del PD ma corrisponde in compenso ad una bizzarra campagna estiva del Corriere), la Repubblica ha arruolato ieri i "dirigenti PD" fra i sostenitori della tesi secondo cui il concorso non andrebbe fatto e tutti i nuovi posti della scuola andrebbero ripartiti fra i "vincitori" del concorso del 1999 e i precari abilitati delle graduatorie ad esaurimento, non solo per il 2012-13, come sta avvenendo, ma anche per il 2013-14, e, presumibilmente, fino alla fine dei secoli. Perché? Secondo Repubblica per ragioni elettorali: come se il PD non fosse un partito nazionale progressista, ma un partitino di nicchia che, per 400mila voti, si fa un baffo dell'articolo 97 della Costituzione (nella pubblica amministrazione si entra per concorso), delle giovani generazioni, del merito e della qualità della scuola. Da presidente del Forum Nazionale Politiche Istruzione del PD e deputato della VII commissione mi ribello a questa caricatura. Nell'unico documento ufficiale in proposito (Dieci punti per la scuola di domani, approvato all'unanimità dall'assemblea nazionale di Varese a ottobre 2010) il PD dichiara testualmente che "va garantito un equilibrio tra immissioni dalle graduatorie e nuovo reclutamento".
In due interrogazioni
ai Ministri pro-tempore, i deputati PD hanno sollecitato "concorsi
che, sulla base del merito e un adeguato contingente di posti,
consentano tanto ai migliori insegnanti già in graduatoria di
accelerare il proprio ingresso negli organici, quanto ai migliori
laureati degli ultimi anni, conseguita la nuova abilitazione, di
giocare le proprie opportunità" (agosto 2011) e "se avviati
immediatamente, contribuirebbero ad immettere stabilmente nel
sistema scolastico nuovo personale, fortemente motivato, a vantaggio
della didattica e dell'offerta formativa" (febbraio 2012). Per
questo, alla festa nazionale del PD, ho espresso viva soddisfazione
per il concorso della scuola, e non sono stato certo fischiato. L'ha
espressa in questi stessi giorni, in un'intervista, Luigi Berlinguer
(l'ultimo ad aver bandito un concorso per la scuola); l'ha espressa
da poco Fausto Raciti, segretario dei giovani democratici, sulla
prima pagina di questo giornale. Se altri autorevoli dirigenti ed ex
ministri hanno espresso motivate perplessità, è perché la recente
esperienza Miur in fatto di concorsi nazionali (anch'essi a lungo
reclamati dal PD: dirigenti scolastici e TFA) è stata catastrofica.
E' importante premere affinché tempi e modalità di un evento tanto
atteso e importante risultino da un lato a prova di ricorso (il che
richiede una nuova task force concorsuale di indiscusso profilo
culturale e tecnico) e, dall'altro, coerenti con i principi di
equità verso tutti gli aspiranti all'insegnamento –giovani e meno
giovani che lavorano da anni nella scuola senza la certezza del
posto di lavoro– e soprattutto verso la qualità e la stabilità della
scuola e dei suoi insegnanti, che il PD ha da sempre propugnato. Scuola, serve equilibrio sul concorso di Francesca Puglisi – l’Unità - 2 settembre 2012 Nella splendida cornice del cortile del Collegio Raffaello di Urbino abbiamo inaugurato la Festa nazionale scuola e università del Pd e il ministro Profumo, sollecitato dalle nostre richieste sull'annunciato concorso per gli insegnanti, ha offerto qualche chiarimento. Come è noto, dopo le 22.000 immissioni in ruolo di insegnanti dalle GAE per l'anno scolastico che sta per partire (siamo ancora in attesa delle 7000 stabilizzazioni del personale ATA), per il 2013/2014 il ministro intende dare avvio a nuovi concorsi, procedendo il 24 settembre con un bando per 11.000 posti, mentre altrettanti continueranno a essere assunti dalle graduatorie, rispettando la legge. Una doppia chance di assunzione per gli abilitati. All'assemblea di Varese il Pd ha democraticamente votato che per la formazione e il reclutamento degli insegnanti «occorre rendere disponibili per l'immissione a tempo indeterminato i posti attualmente coperti con incarico annuale dagli insegnanti precari riprendendo il piano di stabilizzazioni intrapreso dal governo Prodi. In previsione del momento in cui cominceranno ad essere disponibili gli abilitati del nuovo sistema di formazione iniziale, va garantito un equilibrio tra immissioni dalle graduatorie e nuovo reclutamento attraverso un'opportuna relazione fra numero chiuso e fabbisogno». Il nostro proposito è sempre stato di svuotare le graduatorie con un nuovo piano pluriennale di immissioni in ruolo e di risolvere il precariato scolastico, dopo anni di riforme contradditorie, legando il momento della formazione iniziale al reclutamento. Questa è stata la proposta che abbiamo avanzato al governo che, nella propria autonomia, può accettare o meno buoni consigli che arrivano dalle forze politiche che lo sostengono. Ogni giorno ascoltiamo le proposte che arrivano dalle associazioni professionali e studentesche e dalle parti sociali, convinti come siamo che in un momento di crisi occorra un di più di ascolto. Tra i "buoni consigli" che avevamo avanzato, respinti dal governo, c'era anche la richiesta di mandare in pensione con i criteri pre-riforma Fornero gli insegnanti che conseguono i requisiti al 31 agosto, poiché questo comparto segue i tempi dell'anno scolastico e non dell'anno solare. Per i poveri insegnanti praticamente è come se la Fornero fosse già ministro dalla scorsa estate! Un'occasione persa per liberare spazio per gli insegnanti più giovani. Inoltre nel decreto semplificazioni avevamo chiesto, dopo tre anni di tagli drammatici in cui sono stati cancellati 132.000 posti di lavoro, di sostanziare l'organico funzionale di 10.000 insegnanti in più per lavorare per la lotta alla dispersione scolastica, per l'inserimento dei ragazzi con disabilità e per la multiculturalità. La continuità didattica è gran parte della qualità della scuola, l'organico funzionale stabile è un notevole passo avanti per la scuola dell'autonomia, ora va fatto diventare realtà con i decreti attuativi. Il ministro sembra poi aver accolto altre due nostre richieste: che il concorso abbia solo vincitori senza istituire nuove graduatorie di merito e che le classi di concorso bandite siano soprattutto quelle esaurite e in via d'esaurimento nelle GAE. Sono le materie matematico scientifiche in cui sono particolarmente deboli i nostri studenti e per i quali vorremmo si riaccendesse la passione per lo studio. Infine abbiamo notato con favore anche un nuovo tono di sobrietà che dovrebbe contraddistinguere sempre chi governa. Gli insegnanti delle graduatorie ad esaurimento che hanno superato concorsi, prove selettive e hanno frequentato scuole di abilitazione, hanno un'età media di 38 anni. Non sono meno meritevoli e motivati dei giovani che supereranno il prossimo anno il nuovo percorso abilitante. Anche noi, come il ministro, vogliamo soltanto lavorare per fare dell'Italia un Paese normale. |