il ritorno fra i banchi
Dire addio alla carta, la sfida
Da domani
suona la campanella per 8 milioni di studenti. Flavia Amabile La Stampa, 10.9.2012
Questa settimana la
campanella scolastica suonerà per tutti - o quasi - gli otto milioni
di studenti delle scuole italiane. I primi ad andare in classe sono
stati i ragazzi altoatesini che hanno iniziato già il 5 settembre.
Oggi sarà la volta dei ragazzi della Val d’Aosta, domani a quelli
del Molise e mercoledì Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche,
Piemonte, Toscana, Trentino, Umbria e Veneto. Giovedì toccherà a
laziali e campani. Venerdì sarà il primo giorno di scuola in
Sicilia, mentre gli ultimi ad entrare in classe saranno i ragazzi
fra una settimana esatta gli studenti di Sardegna, Abruzzo,
Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Puglia. Sarà il primo
anno messo a punto per intero dal ministro dell’Istruzione Francesco
Profumo, e l’accento sarà tutto sulla rivoluzione digitale che dovrà
portare a bandire il più possibile ogni forma di carta dagli
istituti scolastici. Ogni famiglia spenderà 100 euro in più per i testi
Si spenderanno cento
euro in più rispetto allo scorso anno. È l’aumento medio previsto
per i libri di testo per l’anno scolastico in apertura dal Movimento
dei Consumatori. Se nel 2011 le famiglie avevano speso circa 400
euro per l’acquisto dei libri (compreso l’acquisto di dizionari e
articoli per la scuola) ora invece spenderanno 500 euro (dato
riferito ai licei, negli istituti professionali la spesa è minore).
Per risparmiare i libri si possono anche comprare al supermercato.
Da Auchan alla Coop ormai anche i le grandi catene vendono libri
scolastici e, secondo un’indagine di Altroconsumo, sono in grado di
proporre sconti che vanno dal 15% al 20%. Entro 12 mesi programmi multiculturali
Ormai per quest’anno è
andata com’è andata, ma dal prossimo qualcosa cambierà nello studio
alle elementari e alle medie. Dopo una lunga attesa è stata
pubblicata la bozza per i nuovi programmi, che è all’esame del
Consiglio di Stato per un parere. Il rebus dei prof “inidonei”
Sotto i vari tagli
della spending review sono finiti anche i docenti inidonei,
professori che per motivi di salute fisica o psichica hanno chiesto,
ed ottenuto, di non essere più utilizzati per l’insegnamento,
professione che richiede un impegno che non sempre si riesce a
garantire. In ritardo le nomine di 50 mila sostituti
Anche quest’anno, al 31
agosto, ci sono circa 50mila supplenti in attesa di conoscere il
proprio destino. Il ritardo nelle nomine è uno dei problemi cronici
della scuola italiana. L’organico di diritto dei docenti per il
prossimo anno scolastico, secondo i dati della Flc Cgil, è di
600.839 persone, a cui vanno aggiunti 63.348 insegnanti di sostegno,
per un totale di 664.187 docenti. Ma di fatto la scuola ha 625.878
docenti, cui vanno aggiunti 90.469 di sostegno, per un totale di
oltre 716mila insegnanti. In pratica, significa che poiché non è
stata realizzata la stabilizzazione dell’organico, ogni anno a
settembre i dirigenti scolastici devono chiamare 50mila supplenti,
tra cui 30mila insegnanti di sostegno, per sopperire ai vuoti nelle
classi. Il primo passo è chiamare dalle graduatorie a esaurimento,
dopodiché, nel caso di mancate disponibilità sufficienti, si passa
al personale precario delle graduatorie d’istituto. Vanno a rilento
anche le nomine dei 21mila nuovi docenti immessi in ruolo
quest’anno. Troppi gli istituti a rischio sisma
Solo il 45% delle
scuole ha un certificato di agibilità statica contro il 97% della
Germania, il 94% della Francia, il 92% dell’Inghilterra, l’88% della
Spagna, il 77% della Polonia, il 71% del Portogallo, il 62% della
Romania, il 58% della Bulgaria e il 52% della Grecia. Sono i dati
contenuti in uno studio di KRLS Network of Business Ethics. Quello
dell’edilizia scolastica è uno dei problemi principali delle scuole
alle prese con una cronica mancanza di fondi. Quest’anno per la
prima volta un sindaco ha disposto con un’ordinanza di non aprire le
scuole materne, elementari, medie e superiori della città,
Campobasso, per la mancanza del certificato di prevenzione degli
incendi. Una situazione che - ha spiegato il sindaco - è comune a
circa 48 mila scuole in Italia. Il Codacons, infatti, ha chiesto ai
sindaci di tutt’Italia di «chiudere gli istituti scolastici non a
norma e di rinviarne l’apertura a data da destinarsi». Una richiesta
bocciata dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo: «Credo che
le scuole debbano essere aperte». Il 9% degli alunni è figlio di immigrati Il record di stranieri in classe resta alla scuola statale «Lombardo Radice» nel quartiere multietnico di San Siro a Milano dove su 19 alunni, 17 sono figli di immigrati e non hanno la cittadinanza italiana. Ma la presenza dei bambini stranieri è in crescita un po’ ovunque anche quest’anno, almeno negli istituti statali. Sono un esercito di 254.644 bambini, pari al 9% del totale della popolazione scolastica, secondo gli ultimi dati Miur relativi allo scorso anno. Al primo posto l’Emilia Romagna dove sono stranieri complessivamente 31.359, di cui 31.011 nelle scuole statali, pari al 16,9% degli iscritti alla scuola pubblica primaria. Nelle paritarie la percentuale scende al 2,9%. In Liguria gli stranieri arrivano quasi al 12%, in Friuli Venezia Giulia sono circa il 10% degli iscritti alla primaria. Nelle scuole valdostane, invece, sono 540 alunni non italiani su un totale di 5.847 iscritti. Nell’ultimo decennio l’aumento più significativo ha riguardato le scuole secondarie di secondo grado passate dal 14% del 2001/2002 al 21,6% del 2010/11. |