Legge di (in)stabilità/1.
Partiti versus Governo

da TuttoscuolaNews, n. 556 22.10.2012

Il vantaggio del governo tecnico è quello di non dover trattare preventivamente con i partiti i contenuti dei provvedimenti che ritiene necessari. Ma il suo svantaggio, simmetricamente, è quello di dipendere dal voto che i parlamentari della maggioranza che lo sostiene esprimono in Parlamento. A maggior ragione se la maggioranza è ‘strana’, cioè formata da partiti che normalmente farebbero parte di schieramenti contrapposti.

Per questo il governo deve cercare una giusta misura: può forzare, come ha fatto per i provvedimenti economici e per le pensioni, ma stando attento a non superare il limite massimo di sostenibilità da parte dei partiti. Cosa che invece sembra essere avvenuta nel caso dell’improvviso e imprevisto aumento dell’orario di lavoro degli insegnanti a 24 ore.

Il segretario dl Pd Pier Luigi Bersani ha subito detto che “se escono così queste norme sulla scuola per noi non sono accettabili”, mentre la responsabile scuola della segreteria, Francesca Puglisi, ha definito “insostenibili “ i nuovi tagli contenuti nella legge di stabilità e “aberrante” la norma che, “facendo lavorare più ore gli insegnanti a parità di stipendio, butta in mezzo alla strada altri 52.000 professori e professoresse”.

Il deputato Pd Tonino Russo invita a sua volta il governo a “non pensare alla furbesca scorciatoia della questione di fiducia perché credo saremo in molti a non votarla”.

Anche la responsabile scuola del Pdl, la deputata Elena Centemero, afferma in una nota che “La decisione del governo di aumentare le ore di insegnamento dei professori contrasta non solo con la necessità di riconoscerne il lavoro svolto ma, prima ancora, con l’esigenza di valorizzare il ruolo della scuola nell’educazione dei nostri giovani, la futura classe dirigente del Paese”. Poi però non se la sente di prendere impegni che vadano oltre la sua persona, e aggiunge che “a meno di auspicabili ripensamenti, dico sin da ora e a titolo del tutto personale, che non potrò dare il mio sostegno a un simile provvedimento”. Insomma voterà contro la norma contenuta nell’attuale stesura del ddl.

Centemero parla a titolo personale, ma molti nel Pdl e nell’Udc pensano allo stesso modo. Bersani e Puglisi parlano a nome del partito. Il destino della norma sulle 24 ore sembra segnato.