Ma i docenti ormai non si fidano
più: di Lucio Ficara La Tecnica della Scuola, 22.10.2012 Nonostante le parole di Bersani: “noi non saremo in grado di votare così come sono le norme sulla scuola” i docenti sono molto scettici e temono il gioco delle parti tra governo e maggioranza, dove l’uno fa il ruolo del cattivo e crudele, mentre l’altra quello del buono e ragionevole Il leader del PD chiede al governo cambiamenti significativi nella legge di stabilità, per quanto riguarda le norme sulla scuola. Si tratta di norme vessatorie ed eccessive, che colpiscono ancora una volta un settore già fortemente destabilizzato da politiche depressive degli ultimi anni. Per i docenti della scuola secondaria sarebbe previsto, a meno di sostanziali modifiche sul testo uscito dall’ultimo Consiglio dei Ministri, una estensione dell'orario di insegnamento da 18 a 24 ore, senza percepire nemmeno un euro di aumento di stipendio, ma con un incremento delle ferie estive di 15 giorni. Nel suo tweet, Bersani, tiene a sottolineare che : “ queste sono norme al di fuori di ogni contesto di riflessione sull’organizzazione scolastica, che finirebbero semplicemente per dare un colpo ulteriore alla qualità dell’offerta formativa”. Tra i docenti, che si stanno organizzando in molteplici forme di protesta, c’è molto scetticismo. I professori colpiti da questo provvedimento, temono un eventuale gioco delle parti, tra governo e maggioranza, dove l’uno fa il ruolo del cattivo e crudele, mentre l’altra quello del buono e ragionevole. La paura in buona sostanza è quella che mentre il governo spara alto e parla di un aumento di 6 ore settimanali di servizio, la maggioranza facendo opposizione chiede l’azzeramento del provvedimento, ma poi si giungerà a sostenere una via di mezzo. Già si parla di un aumento del servizio a parità di stipendio di tre ore settimanali. Quindi si passerebbe da 18 ore a 21 ore settimanali. Se così fosse, sarebbe una vera e propria beffa! Il problema sollevato dalla contestazione e mobilitazione dei docenti, non è soltanto una questione del numero di ore di aumento di servizio, ma è piuttosto una questione di principio. Non è corretto cambiare le regole contrattuali, in modo unilaterale e a danno del lavoratore. Per modificare l’orario di servizio dei docenti bisogna che si rinnovi il contratto collettivo nazionale di lavoro e non è accettabile in alcun modo, che si aumentino di 6 o 3 o anche una sola ora di servizio l’orario dei professori, per via legislativa. I docenti chiedono ancora di sapere quali saranno gli emendamenti alternativi allo sciagurato comma 42 dell’art.3 di questa pessima legge di stabilità. È questo quello che interessa davvero. |