La commissione Bilancio non tocca le 24 ore, ma stravolge altri commi dell’art. 3 della Legge di stabilità La Tecnica della Scuola, 19.10.2012 Chi si attendeva che la Commissione bilancio potesse magari rivedere qualcosa nella Legge di stabilità in merito alle famigerate 24 ore a carico dei professori dovrà ricredersi. Ha infatti modificati alcuni commi all’art. 3 delle Legge di stabilità, ma peggiorandone altri e migliorandone pochi. Risponderanno i docenti allo sciopero del 24 novembre? La Commissione, ci scrive il segretario Unicobas Scuola Lombardia, ha approvato all'unanimità le proposte del Presidente della V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, ma in alcuni casi lo stralcio diventa peggiorativo nei riguardi dei docenti, in altri si bloccano i finanziamenti e in pochi casi è migliorativo, ma il nodo delle 24 ore rimane inalterato, in pratica i professori secondo il MIUR dovranno farsene una ragione, impegnare i pomeriggi a scuola. Ecco i comma da eliminare dall'art. 3: • E' stato eliminato il comma 32 che consentiva ad i docenti inidonei di essere sottoposti a visita medica collegiale per essere riammessi in classe (peggiorativo) • E' stato eliminato il comma 33 è che attribuiva all'INPS il compito di valutare se assegnare o meno l'insegnante di sostegno al disabile (migliorativo) • E' stato eliminato il comma 34 che modifica l'articolo 12, comma 7, del decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 2010, che consentiva di assegnare 3 milioni di Euro all'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) (peggiorativo) • E' stato eliminato il comma 35 che avrebbe previsto la facoltà per l'amministrazione scolastica di promuovere, in collaborazione con le regioni e mediante la stipula di apposite convenzioni, progetti per lo svolgimento di attività di carattere straordinario anche al fine dell'adempimento dell'obbligo dell'istruzione, da realizzarsi con personale docente e ATA incluso nelle graduatorie provinciali; I precari vengono licenziati definitivamente! (peggiorativo) • E' stato eliminato il comma 36, che reca disposizioni relative all'applicazione delle misure in materia di attribuzione di posizione di dirigente scolastico e di direttore dei servizi generali ed amministrativi alle istituzioni scolastiche ed educative; (non cambia nulla!) • E' stato eliminato il comma 39, che consente la costituzione di uffici scolastici di carattere interregionale avvalendosi delle procedure di organizzazione già previste per quelli a carattere regionale dall'articolo 75, comma 3, del decreto legislativo n. 300 del 1999; (sono stati salvati i posti ai dirigenti!!! La cadrega… (la sedia) è stata mantenuta… Migliorativo solo per loro!). I possibili risparmi dunque non vengono raccolti. • E' stato eliminato il comma 40, che disciplina la formazione delle classi delle scuole paritarie; (ulteriore regalo alle scuole paritarie che non hanno vincoli sul numero degli alunni nelle classi) • E' stato eliminato il comma 41, che detta disposizioni relative agli esami di idoneità, prevedendo che essi debbano essere sostenuti, ove possibile, presso istituzioni scolastiche ubicate nei comuni di residenza (la disposizione ha carattere ordinamentale) (ulteriore regalo alle scuole private: alle scuole recupero anni e paritarie… i privatisti potranno tranquillamente sostenere gli esami fuori dal comune di residenza...). Nessuna mazzata quindi ai cosiddetti diplomifici. La Commissione approva, all'unanimità, la proposta del presidente. A parte gli indignati commenti del segretario Unicobas Scuola della Lombardia, sembra proprio che delle proteste di docenti, le cui grida stanno riempiendo il web e non solo, non stia tenendo conto, né il ministro prova ad affacciarsi da qualche balcone per dire la sua, o a giustificazione o ad accusa; e tutto questo mentre si sibila il reale sospetto che questa ulteriore mazzata alla scuola e ai docenti sia una manovra fatta ad hoc per recuparers oldi da destinare a salvare il “lato b” dei tanti funzionari che non vogliono perdere i privilegi, supportati in questo con il chiaro ed evidente supporto della politica o di una certa politica. |