Sfuma il tesoretto di Profumo
Le 24 ore avrebbero pagato l'edilizia e
l'organico di rete. Il governo di Alessandra Ricciardi ItaliaOggi, 30.10.2012 Un vero tesoretto. Da spendere per la sicurezza degli edifici e il funzionamento ordinario delle scuole, ma anche per finanziare un'altra riforma fatta di recente dal governo, l'organico di rete. Interventi importanti che il ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, aveva pensato di pagare grazie al contributo dei prof, ovvero l'innalzamento da 18 a 24 ore, a invarianza di stipendio, dell'orario di cattedra.
La misura, contenuta nel disegno di legge di stabilità, sta per
essere stralciata, confermano fonti del governo («troveremo una
soluzione», aveva detto Marco Rossi Doria, sottosegretario
all'istruzione), dopo le proteste e le mobilitazioni spontanee dei
docenti e di tutti i sindacati che sciopereranno il 24 novembre
prossimo. L'emendamento soppressivo sarà probabilmente a firma dei
due relatori del ddl alla camera, Pier Paolo Baretta del Pd e Renato
Brunetta del Pdl. I piani alti di viale Trastevere non hanno ancora
sciolto la riserva sulle misure alternative, che comunque avranno
una portata meno deflagrante di quella iniziale. Per coprire infatti
il fabbisogno dettato dalle riduzioni di spesa operate con la
Spending review, sul capitolo di bilancio del ministero
dell'istruzione, università e ricerca, basta tagliare per 183
milioni di euro e non per 723, come invece avrebbe consentito la
misura delle 24 ore. Eliminata la quale sparirà anche il comma 75
dell'articolo 3 del ddl, che prevedeva a decorrere dal 2013
l'istituzione di un fondo per la valorizzazione dell'istruzione
scolastica finanziato dagli insegnanti grazie alle 6 ore di cattedra
settimanali in più. Dopo aver soddisfatto l'esigenze di contribuire
alla tenuta dei conti pubblici, sarebbero avanzati circa 550 milioni
di euro da destinare al fondo per il funzionamento delle istituzioni
scolastiche, alla realizzazione di iniziative a carattere nazionale
in materia di sicurezza, «nonché alle necessità e alle finalità
dell'organico di rete di cui all'articolo 50 del decreto legge n.
5/2012». Nel capitolone il ministero faceva confluire anche il 30%
dei risparmi che il decreto legge 112/2012 destinava alla
valorizzazione degli insegnanti. Ora è tutto da rifare, dopo lo stop
inferto da sindacati, che si sono per l'occasione ricompattati anche
sugli scatti di anzianità (tra i motivi dello sciopero del 24
novembre indetto da Cisl, Uil, Snals e Gilda e a cui ha aderito la
Flc-Cgil) e davanti a una protesta dilagante nelle scuole, dove i
prof in molti casi hanno sospeso anche le attività aggiuntive. Le ipotesi in campo parlano di un ulteriore intervento sul fondo di istituto, ma anche di riduzioni sui capitoli delle spese correnti tra istruzione, università e ricerca. Sembra invece sfumata l'idea di intervenire sempre sull'orario di cattedra con un aumento di 2 ore e non più di 6. Contro l'ipotesi remano non solo ragioni di ordine politico (Pd, Pdl e Udc voterebbero contro) ma anche di opportunità giuridica: si tratterebbe infatti di un intervento su materia contrattuale e dunque al limite dell'illegittimità. E, tra l'altro, ai fini di una pacificazione dei rapporti con le forze sociali non sarebbe di alcuna utilità. Intanto, si attende di conoscere l'emendamento soppressivo al ddl stabilità, provvedimento che debutterà in aula alla camera martedì prossimo. |