Bertagna: le 6 ore in più, intervista a Giuseppe Bertagna il Sussidiario 12.10.2012
Tagli sul pubblico impiego che riguardano anche la scuola e approvazione da parte della Camera dei deputati del decreto sull'autonomia scolastica (pdl 953 "Aprea", ndr). Due passaggi importanti che caratterizzeranno il futuro dei docenti e non solo, ma che offrono il fianco a diverse osservazioni e critiche. Ad esempio quelle che fa sue Giuseppe Bertagna parlando con IlSussidiario.net. "Questa norma inserita nel disegno di
stabilità in base alla quale i docenti dovranno lavorare sei ore in
più, manca completamente di una elaborazione pedagogica che invece era stata fatta nel 2001 e riproposta ancora nel 2004. Non era piaciuta a sindacati e forze politiche,
però aveva un disegno e dunque si poteva precisare in termini qualitativi". Per Bertagna "qui abbiamo la solita
mentalità che premia i vecchi, la politica di chi c'è già e non di chi deve entrare nella scuola". Per quanto riguarda il disegno di legge Aprea, invece, "quanto approvato offre certamente una autonomia
più significativa, ma sappiamo che in Italia non c'è vera autonomia, c'è un decentramento centralizzato. Il percorso per l'autentica autonomia delle istituzioni scolastiche
è ancora tutto da fare".
La domanda posta così merita una sola riposta, e cioè no. Possiamo
però fare un discorso critico e analitico.
Nel 2001 si era proposto, e il ministro dell'Economia era disposto a finanziare, di trasformare le 18 ore di cattedra per alcuni docenti che facevano il docente tutor coordinatore in 12 ore di insegnamento e 6 di tutorato o 18 ore di insegnamento in 24 ore con 6 ore di tutorato. Si offriva un aumento di stipendio riconosciuto e dichiarato e dato in busta paga.
L'allora ministro, se avesse avuto il consenso dei sindacati e il consenso delle forze politiche, non quelle della maggioranza che avevano
già dato l'assenso, ma dell'opposizione, e ci fosse stata un'adesione da parte della scuola, avrebbe potuto trasformare la figura del docente tutor in un anticipo di quel discorso che fa lei nella sua domanda in quanto a ore di insegnamento. E cioè qualificare l'aumento della prestazione per premiare il merito e naturalmente aumentare la
professionalità delle persone.
Il docente tutor doveva anche sottoporsi a un itinerario di formazione in
università per poter svolgere la sua funzione. Ecco perchà© quando io sento di un aumento uniforme fatto in modo centralistico e semplicemente assistenziale delle ore di insegnamento, la sola risposta che posso dare
è negativa.
Tagli sul pubblico impiego che
riguardano anche la scuola e approvazione da parte della Camera dei
deputati del decreto sull'autonomia scolastica (pdl 953 "Aprea",
ndr). Due passaggi importanti che caratterizzeranno il futuro dei
docenti e non solo, ma che offrono il fianco a diverse osservazioni
e critiche. Ad esempio quelle che fa sue Giuseppe Bertagna parlando
con IlSussidiario.net. "Questa norma inserita nel disegno di
stabilità in base alla quale i docenti dovranno lavorare sei ore in
più, manca completamente di una elaborazione pedagogica che invece
era stata fatta nel 2001 e riproposta ancora nel 2004. Non era
piaciuta a sindacati e forze politiche, però aveva un disegno e
dunque si poteva precisare in termini qualitativi". Per Bertagna
"qui abbiamo la solita mentalità che premia i vecchi, la politica di
chi c'è già e non di chi deve entrare nella scuola". Per quanto
riguarda il disegno di legge Aprea, invece, "quanto approvato offre
certamente una autonomia più significativa, ma sappiamo che in
Italia non c'è vera autonomia, c'è un decentramento centralizzato.
Il percorso per l'autentica autonomia delle istituzioni scolastiche
è ancora tutto da fare".
La domanda posta così merita una sola
riposta, e cioè no. Possiamo però fare un discorso critico e
analitico.
Nel 2001 si era proposto, e il
ministro dell'Economia era disposto a finanziare, di trasformare le
18 ore di cattedra per alcuni docenti che facevano il docente tutor
coordinatore in 12 ore di insegnamento e 6 di tutorato o 18 ore di
insegnamento in 24 ore con 6 ore di tutorato. Si offriva un aumento
di stipendio riconosciuto e dichiarato e dato in busta paga.
L'allora ministro, se avesse avuto il
consenso dei sindacati e il consenso delle forze politiche, non
quelle della maggioranza che avevano già dato l'assenso, ma
dell'opposizione, e ci fosse stata un'adesione da parte della
scuola, avrebbe potuto trasformare la figura del docente tutor in un
anticipo di quel discorso che fa lei nella sua domanda in quanto a
ore di insegnamento. E cioè qualificare l'aumento della prestazione
per premiare il merito e naturalmente aumentare la professionalità
delle persone.
Il docente tutor doveva anche
sottoporsi a un itinerario di formazione in università per poter
svolgere la sua funzione. Ecco perchà© quando io sento di un aumento
uniforme fatto in modo centralistico e semplicemente assistenziale
delle ore di insegnamento, la sola risposta che posso dare è
negativa. Contiene una maggiore e più significativa autonomia ma sappiamo che in Italia non c'è vera autonomia, c'è un decentramento centralizzato. Il percorso per l'autentica autonomia delle istituzioni scolastiche è ancora tutto da fare. Sono un riformista e dunque dico si fa quel che si può, questo è un passo che è il primo di una serie di passi su cui se la politica smette di fare quello che ha fatto negli ultimi quindici anni, e cioè essere polarizzata su alternative ideologiche invece che scientifiche e qualitative dei problemi, allora può essere positiva. |