Altro che scuola dei sogni,
chiamiamola scuola degli incubi!

inviato da Luigi Mandolini*, 21.9.2012

Al Presidente del Consiglio

Al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

A tutti i partiti politici italiani

Alle Organizzazioni Sindacali

Al Presidente della Repubblica

  

Dal 2008 a oggi noi lavoratori della scuola ci siamo visti IMPORRE in modo vorticoso leggi su leggi che nulla hanno a che fare col potenziamento della scuola pubblica e che addirittura arrivano a violare la stessa Carta Costituzionale:

1) Riduzione dei quadri orari, del tempo scuola e innalzamento del numero massimo di alunni per classe, con conseguente taglio di decine di migliaia di cattedre;

2) Riduzione delle ore di sostegno (se concesse) agli alunni disabili;

3) Blocco degli organici anche in presenza di un incremento della popolazione scolastica;

4) Innalzamento dell’età pensionabile;

5) Concorso messo in piedi in modo raffazzonato e altamente passibile di ricorsi, per un numero ridicolo di posti (con umiliante preselezione “a crocette”) e che per giunta prevede costi non indifferenti a carico delle finanze pubbliche;

6) Abolizione del pagamento delle ferie non godute;

7) Blocco della progressione della carriera;

8) Mancato rinnovo del Contratto, scaduto dal 2009;

9) Riconversione dei docenti in esubero su posti di sostegno e passaggio di  profili ITP al ruolo di Assistenti Amministrativi

10) Innalzamento dell’orario di lavoro da 18 a 24 ore per le scuole secondarie e da 22 a 24 per la scuola primaria, senza prevedere alcun tipo di adeguamento salariale (ancora bozza, ma noi sappiamo già quale sarà probabilmente l’epilogo); e questo SENZA ALCUNA CONCERTAZIONE CON I SINDACATI!

Che cosa deve pensare un lavoratore della scuola dei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni? E soprattutto di quest’ultimo Governo, il Governo Tecnico, che addirittura lo sbeffeggia con uno spot sulla scuola dei sogni?

La verità ve la diciamo noi: per costruire una scuola dei sogni OCCORRE iniziare a costruirla, perché un video non basta per incantarci, almeno non per noi che sappiamo come stanno le cose. La scuola che viviamo ogni giorno è in realtà una SCUOLA DEGLI INCUBI. Voi che siete al Governo come chiamereste una classe formata da 30 e più ragazzi, con all’interno una varietà di alunni sempre più problematici? Una varietà poliedrica che è in parte lo specchio di una società che sta perdendo di vista ogni valore: alunni con situazioni familiari disagiate, alunni stranieri da alfabetizzare senza alcun aiuto da parte dello stato, alunni con sostegno da integrare in classi strabordanti, alunni che necessiterebbero di ore di sostegno puntualmente negate, alunni certificati come DSA (spesso finti, perché è evidente che la dislessia rappresenta l’ultimo dei problemi, noi abbiamo l’occhio clinico ormai), alunni per cui un insegnante deve lavorare ore e ore di pomeriggio per tentare disperatamente di non perderli, di agganciarli, perché siamo consapevoli che da noi dipende il futuro dei nostri ragazzi.

Ma cosa dobbiamo pensare di fronte a un Governo, a un Ministero che continuano a emanare provvedimenti che ci impediscono di svolgere bene il nostro lavoro? E che per di più ci sbeffeggiano spudoratamente giustificandoli come “adeguamento agli standard europei”, “potenziamento dell’istruzione pubblica”, “qualificazione del ruolo dell’insegnante”? Cosa dobbiamo pensare quando sentiamo il Ministro sbandierare ad ogni pie’ sospinto il progetto della superscuola high-tech? Quando basterebbe solo fare un giro in tante scuole italiane per rendersi conto che i veri problemi non sono computer, tablet, connessioni internet stratosferiche, LIM o qualsiasi altro strumento tecnologico. La tecnologia è solo un insieme di strumenti, nient’altro; il centro del servizio di istruzione pubblica siamo noi, gli insegnanti, lavoratori insostituibili e che oggi neanche col più potente degli strumenti potrebbero trasmettere ai propri alunni valori quali la voglia di riuscire, la sicurezza di sé, l’autostima, il desiderio di mettersi in gioco. Perché? Perché nelle condizioni disumane in cui lavoriamo ci riteniamo già fortunati se al termine dell’ora l’esercito di alunni che abbiamo in classe è rimasto fisicamente incolume.  

No, a queste condizioni non possiamo più lavorare serenamente, perché sappiamo di non poter aiutare i nostri ragazzi. E la cosa più grave è che a nulla valgono proteste, appelli, scioperi; il Governo è per noi diventato un vero e proprio TIRANNO, che ha addirittura dimenticato i principi basilari della democrazia, sanciti dalla Costituzione stessa. Il Ministero e con lui il Governo, in perfetto stile dittatoriale, sono ormai i nostri PADRONI indiscussi, possono cambiare a piacimento qualsiasi punto del contratto senza nemmeno disturbarsi di convocare i sindacati. Che ci vuole? Si fa una bella legge per risparmiare e poi si pone la fiducia (tanto chi oserà votare contro?).

E tutto questo per noi ha un solo nome: DITTATURA.

E poi andiamo un attimo ad analizzare questi osannati standard europei. Per prima cosa, in base a studi comparativi pubblicati da numerosi siti specialistici e sindacati, scopriamo che in realtà noi docenti italiani siamo già PERFETTAMENTE IN LINEA con il monte ore settimanale medio dei nostri colleghi europei (pubblichiamo sotto la tabella analitica, in modo da fugare ogni dubbio a riguardo). Ciò su cui NON SIAMO PROPRIO IN LINEA È INVECE LA RETRIBUZIONE che, invece di aumentare in modo da risultare adeguata alla media europea, per assurdo da noi cala, visto che in teoria dovremmo lavorare 6 ore in più con stesso stipendio. O forse dovremmo pensare che alcuni standard europei vanno bene, mentre su altri (ovvero quelli che non comportano risparmi, diciamola tutta finalmente!) si può bellamente sorvolare? In effetti che problema c’è? Si pone la fiducia e via, chi se ne frega del popolo vessato e per di più preso in giro con dichiarazioni mistificanti! E se qualcuno dovesse avere qualche dubbio circa le reali motivazioni sottese a questi fantomatici adeguamenti all’Europa, basta leggere con attenzione una frase, ai nostri occhi fin troppo eloquente, contenuta nella recente risposta del Ministro Profumo alle legittime lamentele dell’On. Bersani riguardo all’innalzamento dell’orario di lavoro dei docenti:

 

Circa il dibattito sulle misure adottate, sono certo che il confronto parlamentare sarà all'altezza del difficile compito che ci spetta, con l'obiettivo comune di consegnare all'Italia una scuola migliore, più europea, per studenti e insegnanti. Per questa ragione, ogni suggerimento ed eventuale modifica, ALL’INTERNO DEI VINCOLI DI BILANCIO VOTATI DALLO STESSO PARLAMENTO, sarà il benvenuto.”

Signor Ministro, Vogliamo chiarire questa cosa una volta per tutte nel rispetto di coloro che lavorano nella scuola e dell’intera cittadinanza? Sono davvero gli standard europei il nostro punto di riferimento? O forse il bilancio? A noi la risposta sembra ovvia, così come è ovvio che non sarà grazie alle politiche di risparmio che l’istruzione pubblica verrà qualificata (lo sappiamo perché lo sperimentiamo ormai da anni sulla nostra pelle, quotidianamente). PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE SERVE INVESTIRE E NON DISINVESTIRE, ma noi abbiamo smesso di credere che questo messaggio così semplice possa essere recepito, siamo così esasperati che ormai diamo per scontato che qualsiasi “innovazione” sarà sempre peggiorativa e votata a mere logiche di portafoglio, è la storia dal 2008 a oggi che ci impone questo nichilismo e nessuno al Ministero sembra essere intenzionato a scalfire in noi questo sentimento di totale sfiducia.

 

TABELLA ANALITICA ORARIO DI LAVORO DEI DOCENTI IN EUROPA
(Fonte Eurydice 2011)

 

Scuola primaria

Secondaria Inferiore

Secondaria Superiore

Bulgaria

12

15

14

Polonia

14

14

14

Estonia

16

16

15

Rep. Ceca

17

17

16

Slovenia

17

17

15

Danimarca

18

20

19

Grecia

18

16

14

Austria

18

17

17

Romania

18

18

18

Slovacchia

18

18

18

Finlandia

18

16

15

Cipro

19

18

18

Germania

20

18

18

Ungheria

20

20

20

Belgio

21

19

18

Lettonia

21

21

21

Lituania

21

18

18

Lussemburgo

21

18

18

Irlanda

22

22

22

Italia

22

18

18

Francia

24

17

14

Spagna

25

19

19

Portogallo

25

22

22

Malta

26

20

20

 

  Media UE

19,6

18,1

16,3

 

Noi lavoratori della scuola abbiamo guardato con disprezzo l’ultimo video pubblicitario promosso dal Miur e siamo stanchi di essere presi in giro. Per questo

 

CHIEDIAMO

 

AL MINISTERO E AL GOVERNO

di smetterla una volta per tutti di infarcirci con chiacchiere sterili e dichiarazioni antinomiche: siamo tutte persone laureate e plurispecializzate, persone che non hanno problemi a capire che la reale intenzione sottesa a tutte le false dichiarazioni di “adeguamento agli standard europei” sia quella di risparmiare comunque e dovunque; noi docenti non abbiamo affatto problemi di comprensione del testo (ne abbiamo letti fin troppi per averne) e tutte queste dichiarazioni demagogiche rappresentano per noi un oltraggio alla nostra intelligenza. Se l’intenzione è quella di continuare a disinvestire sull’istruzione pubblica seguendo l’ottica del portafoglio, non c’è bisogno di tanti giri di parole, che risultano ai nostri occhi ancora più offensive. Tra l’altro la cittadinanza tutta gradirebbe almeno una volta vedere che i sacrifici li fanno davvero tutti, classe politica compresa (l’unica che, anche in tempo di crisi, non ha rinunciato a un solo privilegio, come ai vitalizi percepiti anche da coloro che ricoprono plurime cariche pubbliche);

 

AI PARTITI POLITICI

di prendere una posizione chiara e definita nei confronti di provvedimenti adottati senza alcun confronto con le parti sociali e di superare lo scoglio “fiducia”. Se un provvedimento è sbagliato, NON SI PUO’ VOTARE A FAVORE! Perché i danni di questa pavidità li paghiamo noi cittadini sulla nostra pelle, gli stessi cittadini che tra qualche mese peraltro saranno, matita alla mano, davanti a una scheda elettorale. Oppure dobbiamo credere che gli attuali rappresentanti politici che fanno parte della maggioranza – e che potremmo vedere sulle liste elettorali non più tardi di qualche mese – non siano in grado di tenere le redini del Paese e per questo preferiscano delegare il compito al Governo Tecnico? Nessun partito di maggioranza si sta attualmente facendo una grande pubblicità, a ben guardare;

 

ALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI

di avviare una seria campagna di protesta contro la politica di smantellamento della pubblica istruzione avviata dal precedente governo ed egregiamente proseguita da quello attuale; di fronte alla palese intenzione di stravolgere il Contratto Collettivo aumentando l’orario di lavoro dei docenti senza alcuna contrattazione sindacale (senza parlare della norma che abolisce il pagamento delle ferie non godute), chiediamo che i sindacati si uniscano per perseguire un’unica lotta attraverso MODALITÀ INCISIVE e non con uno sciopero indetto il 24 novembre (per giunta di sabato, giorno in cui moltissime scuole sono CHIUSE!!!), magari quando la Legge di Stabilità sarà stata già approvata, reiterando l’errore commesso per lo sciopero indetto nel 2008 in opposizione alla Legge 133 (Riforma Gelmini), che risultò tardivo ed inefficace; DAI SINDACATI PRETENDIAMO LA TUTELA DEI NOSTRI DIRITTI ATTRAVERSO UN’AZIONE TEMPESTIVA ED EFFICACE, anche ricorrendo alle vie legali, in opposizione a una legge anticostituzionale. Qualora non ci sentissimo rappresentati appieno, non esiteremo ad avviare una campagna mirata, volta alla disdetta delle deleghe sindacali e che ridurrebbe il finanziamento alle associazioni stesse;

 

AL PRESIDENTE NAPOLITANO, GARANTE DELLE COSTITUZIONE

di intervenire tempestivamente facendo cancellare dalla bozza della Legge Stabilità gli articoli relativi alla scuola e in particolare all’innalzamento dell’orario di lavoro settimanale per i docenti; stravolgere il Contratto Collettivo senza alcun confronti coi sindacati viola i principi democratici su cui si fonda il nostro Paese e pretendiamo che Governo e Ministero vengano redarguiti attraverso un monito ufficiale da parte del Presidente della Repubblica. Siamo vessati e schiavizzati in una Repubblica pseudo-democratica; se noi docenti, da sempre pacifici e intellettualmente onesti, pensiamo alla ribellione, crediamo che sia arrivato il momento di riflettere e di richiamare all’ordine i tecnici da Lei nominati. Confidiamo nel Suo intervento immediato prima che sia troppo tardi, ascolti le parole del Presidente Pertini sul Socialismo e sulla giustizia sociale e tragga esempio.

 

Aggiungiamo infine il link alla petizione promossa in rete contro l’innalzamento dell’orario settimanale dei docenti, che in pochi giorni ha già registrato quasi 40000 firme:

http://firmiamo.it/lascuolanonpaghilacrisi/

 

NOI TUTTI CI VERGOGNIAMO DI ESSERE CITTADINI ITALIANI, UNO STATO CHE NON ASCOLTA PIÙ I BISOGNI DEL POPOLO E IN CUI NOI NON CI RICONOSCIAMO PIÙ.

 

Luogo,  data            
                                                                Il lavoratore della scuola

 

 

vedi il testo in formato doc

 

 

 

Gruppo Facebook “Difendiamo il piano triennale di immissioni in ruolo”

http://www.facebook.com/groups/367366913318615/