Caro ministro lei l’ha sbagliata

di Pasquale Almirante La Tecnica della Scuola, 21.10.2012

Più i giorni passano e più ci rendiamo conto che il ministro Profumo, in assoluta buonafede e forse pure per la sua provenienza universitaria, non ha calcolato, né gliel’hanno fatto notare, che un milione di euro per il concorso a cattedra, inutile e dannoso, avrebbe preteso rientri di soldi da altri recessi ministeriali, come l’aumento del monte ore.

Ormai sembra che si sia messa in moto una sorta di slot machine le cui combinazioni in un modo o nell’altro possano alla fine elargire i soldi necessari per impedire di aumentare a 24 l’orario dei professori. Da troppe parti infatti si sentono voci e proposte che indicano i luoghi dove attingere i circa 700mlioni di euro per fermare l’automobile messa in moto dalla Legge di stabilità scagliata a tutto acceleratore contro l’istruzione e contro i docenti da sempre colpevoli di qualcosa, tanto colpevoli che è diventato una sorta di complesso che attanaglia la coscienza appena si varcano le soglie delle classi.

Il governo ha detto, per bocca del ministro Giarda, ma anche di altri autorevoli esponenti del governo, partiti inclusi, che se si trova l’equivalente da mettere sul piatto del rientro della spesa dello Stato, tutto ritorna come prima e dell’aumento delle ore, per non pagare supplenti o ore accessorie ai professori di ruolo, non si fa nulla.

A parte il fatto che da qui si capisce pure la sensibilità “a costo zero” del governo nei confronti dell’istruzione e del futuro del Paese, appare evidente che se non si fosse bandito quel concorso, da nessuno voluto, quel milione di euro per esaminare oltre 400mila probabili aspiranti docenti, già abilitati e quindi ritenuti idonei all’insegnamento, avrebbero abbondantemente coperto questa ulteriore voragine, apparente, aperta dal Miur. D’altra parte lo stesso ministro Profumo quando venne a Catania, su nostra precisa domanda, dichiarò che nessun taglio più avrebbe colpito la scuola: poi venne però la spendig review e ora è venuta la Legge di stabilità con sempre le casse della Scuola in primo piano tra i fondi da sottrarre.

Ora si vuole correrei ai ripari e persino il sindacato fa proposte per individuare altri barili e altri monticchi di euro da scalare per non colpire i docenti e con loro la stessa organizzazione della scuola che verrebbe stravolta a danno soprattutto delle didattica, a parte il fatto che appare difficile reggere ritmi di lavoro tanto aspri.

Ci consola, per certi versi, la dichiarazione del sottosegretario all’istruzione, Rossi Doria, per il quale si troverà una soluzione all’aumento delle ore, ma il peccato originale permane, visto che è stato riscattato solamente dalla protesta vibratamente unanime, e del tutto condivisibile, da parte di tutte le organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria, molte delle quali sono state sempre vicine al Miur, dei partiti politici e soprattutto dai docenti, precari e no, uniti, e non è capitato sempre, da un fardello insopportabile, qual è appunto quello delle aumento delle ore senza una strategia che guardi ai ragazzi soprattutto e alla salute, è il caso di dirlo visto che i casi burn-out aumentono in modo preoccupante, dei professori.

L’ha fatta grossa caro ministro, possiamo pure dire che ha fatto una… ,non osiamo scriverlo, ma l’importante è che questa incredibile storia dell’aumento delle ore, con conseguente stravolgimento del contratto, si archivi come una sonora… svista, diciamo così e sempre che le dichiarazioni del sottosegretario Rossi Doria abbiano un approdo sicuro.