Profumo: pronti a rivedere Il Sole 24 Ore, 17.10.2012 Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, «ha dichiarato la sua piena disponibilità a rivedere, d'accordo con tutti i gruppi parlamentari, la proposta offerta al Parlamento» sull'allungo di sei ore dell'orario di servizio dei docenti di medie e superiori contenuto nel ddl Stabilità, approdato ieri in Parlamento. Lo ha sottolineato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, rispondendo, durante il question time alla Camera a una interrogazione di Fli, rivolta al ministro dell'Istruzione.
«In ogni caso la revisione - ha spiegato Giarda - dovrà indicare
soluzioni alternative nel rispetto dei vincoli finanziari previsti»
dalla legge n.135/2012 (spending review) che stabilisce per il
dicastero di viale Trastevere il conseguimento di un obiettivo di
risparmio per il 2013 di 182,9 milioni di euro, per il 2014 di 172,7
milioni di euro e per il 2015 di 236,7 milioni di euro. Il ministro Francesco Profumo ha inoltre dichiarato che l'ispirazione della proposta - ha proseguito Giarda - muove dal dibattito culturale nel Paese sulla centralità della scuola. È infatti evidente ed emerge da tutta la letteratura pedagogica e organizzativa nonchè dai confronti con le scuole europee che il nostro sistema di istruzione e formazione ha un bisogno profondo di innovazione». «Sarebbe importante - ha continuato Giarda - riflettere sulla possibilità di considerare l'orario di lavoro dei docenti in modo nuovo, flessibile, capace di rispondere alle esigenze formative di tutti e di ciascuno, di programmare e autovalutare azioni innovative molteplici, di progettare percorsi di recupero e di valorizzazione delle inclinazione e dei talenti di ciascuno. Si tratta di una prospettiva culturale e politica seria sulla quale il ministro dell'Istruzione auspica che, a prescindere dalle soluzioni, anche diverse, che si troveranno per rispondere alle esigenze di bilancio, si possano confrontare le diverse opzioni miranti a costruire una scuola più equa, più solidale e più moderna». |