Rossi Doria porge la mano agli
studenti: di A.G. La Tecnica della Scuola, 5.10.2012 Il sottosegretario commenta gli incidenti di piazza del 5 ottobre: abbiamo un metodo per cui diciamo quali sono i nostri proponimenti e speriamo che non ci siano solo proteste ma un dibattito costruttivo. Abbiamo incontrato decine di delegazioni, parliamo con gli studenti e cerchiamo di capire come forgiare le nostre scelte che tengano conto anche dei loro suggerimenti. È il sottosegretario all'Istruzione, Marco Rossi Doria, a cercare di placare le forti proteste degli studenti contro le politiche del Governo in materia di istruzione pubblica. Proteste che il 5 ottobre in alcune città hanno determinato incidenti con le forze dell’ordine e momenti di tensione. "Per quanto riguarda la scuola – ha assicurato Rossi Doria in un’intervista al Tgcom24 - non ci sono privatizzazioni: la spesa ordinaria è aumentata, abbiamo investito un miliardo nel Sud e un altro miliardo nell'edilizia scolastica. Sono misure ancora insufficienti ma appena i conti pubblici migliorano andremo avanti". "Raccogliamo le proposte delle associazioni studentesche - ha aggiunto il sottosegretario - e abbiamo un metodo per cui diciamo quali sono i nostri proponimenti e speriamo che non ci siano solo proteste ma un dibattito costruttivo. Abbiamo incontrato decine di delegazioni, in ogni città parliamo con gli studenti e cerchiamo di capire come forgiare le nostre scelte che tengano conto anche dei suggerimenti dei giovani". Rossi Doria sembra essere convinto che anche i prossimi governi continueranno il percorso avviato da quello attuale. "Siamo all'inizio di un percorso, ci stiamo muovendo in questa direzione perché ne siamo convinti. Per le nuove generazioni è importante rivedere il progetto di sviluppo del Paese. La scuola pubblica in Italia? C'è, deve solo migliorare, ma stiamo lavorando per questo. Il 93% dei nostri ragazzi - ha concluso il sottosegretario - frequenta le nostre scuole, continueremo a migliorare i servizi generali per tutti". Da parte del Governo sembra esserci, quindi, una volontà al dialogo. Resta da capire cosa ne pensano ora gli studenti. Lo vedremo la prossima settimana: il 12 ottobre è in programma un’altra giornata di protesta, stavolta internazionale. |