Il ministro dell'istruzione esclude un nuovo
incarico
Università, Profumo: dottorato l ministro dell'Istruzione: presto il nuovo regolamento, dall’anno prossimo si cambia Il Messaggero, 1.10.2012
ROMA - Il ministro Francesco Profumo non pensa al momento a un bis.
«Sono un professore che torna all’università», anche se questa
esperienza di governo è stata «estremamente positiva».Per ora pensa
ad altro, a concludere quanto ha avviato come responsabile
dell’Istruzione: un nuovo sistema della ricerca agganciato
all’Europa, un nuovo regolamento per il dottorato in modo che possa
essere svolto non solo nelle università ma anche negli enti di
ricerca, nelle aziende e nella pubblica amministrazione, un
reclutamento dei docenti più moderno.
«La sollecitazione da parte del presidente Squinzi è giusta. Ma credo
che la risposta sia già stata in parte data nella visione e nelle
azioni fatte in questi mesi di governo. Per quanto riguarda la
ricerca si è cercato di creare un sistema con processi semplici e
stabili nel tempo, allineati a quelle che sono le direttive europee
e che potessero dare risultati in tempi brevi».
«Mi riferisco ai bandi realizzati e che fondamentalmente sono su due
grandi settori strategici: uno è quello delle Comunità intelligenti
e l’altro è quello dei Cluster dove sono stati investiti circa due
miliardi e 400 milioni con questo obiettivo: creare un percorso e
mettere gli attori della ricerca, ossia università, enti,
professioni e aziende, nelle condizioni di poter lavorare insieme su
tematiche prioritare per l’Europa e con una strategia per il paese.
L’intenzione è quella di costruire una filiera unica tra l’Europa,
l’Italia e le regioni. Credo che la ricerca sia strettamente
connessa allo sviluppo, ma dal punto di vista della sequenza
temporale deve precederlo. Ci manca ancora però la capacità di
creare un sistema completo della ricerca con priorità, modalità di
valutazione, regole e soprattutto rispetto dei tempi, che è il
nostro punto debole. Un traguardo che vorrei lasciare in eredità al
prossimo governo».
«Non è stata creata quella base culturale che possa far capire ai
cittadini che le risorse dell’Europa derivano dalle nostre tasse.
Noi investiamo ogni anno in Europa 15 miliardi e ne riportiamo a
casa dieci, ne perdiamo dunque 5. Gli altri paesi non fanno così. Ad
esempio l’Inghilterra per ogni euro investito ne riporta a casa
1,50».
«Stiamo lavorando al nuovo regolamento per il dottorato, siamo nella
fase finale. Tutto il percorso dovrebbe concludersi entro l’anno e
nei primi mesi del 2013 avvieremo il processo interno
all’università. Per l’anno accademico 2013-14 ci sarà un nuovo
dottorato».
«Tre sono i punti essenziali del nuovo regolamento. Si parlerà di
dottorato industriale degli enti e delle professioni, ci sarà una
maggiore attenzione ai dottorati internazionali. In più sarà
possibile svolgerli anche negli istituti di ricerca in congiunzione
con l’università, i corsi di dottorato saranno accreditati a monte e
poi valutati sui risultati. L’obiettivo è quello di prevedere uno
sbocco che non sia prevalentemente all’interno delle università e
degli enti pubbici. Queste competenze dovranno essere presenti anche
nelle aziende e nella pubblica amministrazioni, come accade in
Finlandia con ottimi risultati. Insomma, pensiamo a un dottorato che
sia al servizio del paese e della sua innovazione».
«Stiamo rivedendo anche il regolamento per il reclutamento in modo
tale che la prossima sessione di concorsi per l’estate 2013 sarà con
le nuove regole. E’ prevista la riduzione del numero delle classi di
concorso e si punterà a modernizzare il reclutamento dei docenti in
modo che ci sia maggiore connessione tra nuova domanda di formazione
dei ragazzi e la preparazione degli insegnanti. Nel futuro il
trasferimento della conoscenza non avverrà solo all’interno della
scuola ma ci saranno tante fonti di conoscenza. Il docente sarà un
direttore d’orchestra, avrà il compito di organizzare informazioni e
conoscenze».
«Abbiamo avviato un processo di normalizzazione nel paese con regole
chiare e trasparenti e che ha dei tempi predefiniti. Io credo che
sia stato fatto un lavoro nel modo dovuto».
«Direi che il dato più interessante è l’innalzamento dell’asticella
media nonostante le prove siano state riconosciute come non
semplici. Sono stato per molti anni rettore, molti dei nostri
studenti del sud erano bravissimi. Non mi sembra che ci siano
elementi preoccupanti da questo punto di vista. Il risultato non è
tanto il voto ma come si riuscirà ad esprimere quello che si è
imparato».
«Nella mia vita ho sempre fatto il professore universitario, questa
parentesi estremamente positiva mi sta molto arricchendo sia dal
punto di vista professionale che personale. Ma sono un professore
che torna all’università, è il mio ambito. In questo momento devo
cercare di lavorare nel miglior modo possibile per trasferire
l’esperienza di rettore e presidente del Cnr al mio paese in un
momento di difficoltà cercando una maggiore integrazione con
l’Europa». «Poi sono un dipendente dell’università italiana». |