Il Ministro non ha pregiudizi di Aristarco Ammazzacaffè, ScuolaOggi 28.10.2012 La storia del video apparso sul sito del MIUR alcuni giorni fa l’hanno ben raccontata tutti i giornali. Di che si tratta? Di una iniziativa dal titolo generosamente onirico: “Porta a scuola i tuoi sogni”. Un commento a caldo l’ha fatto uno studente napoletano che - peggio per lui – frequenta, al centro della città, una scuola sgarrupata (che non è l’unica; per fortuna, comunque, ce n’è tante in giro. E anche al Nord, modestamente). Subito dopo aver letto il titolo del video, si è chiesto: - Quali sogni? Ah, sì. Ma, se li porto a scuola, che fine fanno? Dove li metto? Nelle nostre aule? Ne siamo già in 30 e sono bruttine. Nei laboratori? Dove lo strumento più nuovo è di 10 anni fa? -. Proprio così. Un po’ aggiustato. Sembra che anche il Ministro si sia posto domande analoghe . E non sapendo rispondere (per quanto si sforzi, il Prof. Umo continua ad essere sempre un neo-ministro. E qualcuno sostiene che non ci si può far niente. È la vita), l’ha chiesto alla sua segretaria che, candida, ha commentato: “Ma va’?!” Però, dagli articoli - a quattro colonne - dei giornali, emerge che l’obiettivo era un altro. - È un video sullo studio; sull’importanza dello studio - ha fatto sapere Roberto Vecchioni che ci ha messo la voce. Ma chi ha visto il filmato sostiene che il risultato dell’iniziativa ministeriale sia tutto dentro una successiva esclamazione di Mirko (così si chiama il ragazzo napoletano di prima): “Ma quella scuola l’ho già vista in qualche telefilm americano! Tablet per tutti che escono dagli zaini, classi con 15 studenti, lavagne interattive dovunque, aule grandi e luminose, campi di pallacanestro immersi nel verde che più verde non ce n’è. Neanche nei giardini del re. E della Santanchè. Comunque! Bello studiare così’”.
Per la cronaca, va detto che quella scuola “pubblica” è veramente in Italia; è a Milano. È la Deutsche Schule. Che ha più di 1000 iscritti con una retta, per studente, di 5.400 euro (prezzo base. Optional a parte). Per dire. Sembra che al Ministero siano orgogliosi della scelta di questa scuola magnifica per un video sulla scuola pubblica. E, in primo luogo, il Ministro. Il quale, in sintonia coi ragazzi che su FB gli hanno scritto di vergognarsi o almeno scusarsi (per le immagini del video viste come una autentica presa per i fondelli dei tanti Mirko in giro per l’Italia), ha dichiarato che, non avendo però lui pregiudizi, a quella scuola vuole mandarci non solo il figlio e qualche nipote, ma anche tanti come Mirko. Basta che paghino, è stata la chiosa. Ha così telefonato alla Dirigente della Deutsche ecc. E noi sappiamo perché. Perchè lui c’ha buon cuore e, in aggiunta, spirito egualitario (questa glielo ha consigliato Rossi Doria, per darsi un senso) e ha voluto verificare la disponibilità della scuola ad uno sconticino sulla retta. La dirigente gli ha però risposto, papale papale: - Niente illusioni. Non facciamo sconti. Chi può, può. Ci sono tante scuole pubbliche in giro!”. Così il Ministro l’ha capita (qualcuno, troppo ottimista, dice: finalmente!) che c’è ‘pubblico’ e ‘pubblico’: quello per tutti – che val bene una spending review, però su misura (tipo: cinghia oltre l’ultimo buco interno), e quello per le rette da 5000 euro e passa. Tant’è. Tant’è che, nell’ultima manovra finanziaria – sempre il Ministro - ha sostenuto la necessità di ulteriori finanziamenti per le scuole ‘pubbliche’: “Purchè siano private – ha precisato in Consiglio dei Ministri. Ma il Presidente gli ha fatto presente che l’avevano già deciso. Lui ci è rimasto bene e ha sorriso, pare. Poi ha concluso esclamando: “Evviva il merito”. Ma nessuno ci ha fatto caso. La Gelmini, quando l’ha saputo, ha commentato: “Copione!”.
I giornali però non hanno ancora dato notizia di uno strascico a margine dell’episodio raccontato. Sembra che le famiglie degli studenti della Deutsche Schule Mailand si siano rivolte ad avvocati di grido, tutti con figli che lì ci studiano, perché intendono querelare il Ministro (che, sinceramente, non lo merita, poer nani): avrebbe infatti dichiarato, vantandosene, che la scuola in questione era “pubblica”. - Ma come, ‘pubblica’!? – contestano i genitori. Che sostengono invece, con una qualche ragione, che, se la loro fosse una scuola ‘pubblica’, cioè per tutti, non ci manderebbero i loro figli. - Primo perché non ci ‘mischiamo’; secondo perché, se fosse ‘pubblica’, non avrebbe quello per cui l’abbiamo scelta -. Sostengono anche che da questa storia del filmato e dalle dichiarazioni successive di dirigenti ministeriali - che insistono sul fatto che la Deutsch Schule sia una scuola pubblica -, loro, tutti alti professionisti, ne hanno avuto un danno di immagine che peserà negativamente sulla loro onorabilità; e non solo. Ne quantificheranno il danno e faranno sapere. Così. Più o meno; anzi quasi.
Non so come la vicenda si svilupperà. Il ministro non sa che pesci pigliare: se stare con le famiglie, che comunque gli stanno a cuore, vista anche la tipologia; oppure col Ministro, cioè con se stesso, in quanto querelato. Siamo in attesa di sviluppi. Nel frattempo, l’ex Ministro Brunetta, informato di questo amletico dubbio del Ministro, sembra abbia commentato: “È inutile. Profumo non c’ha il ‘fisico’. Certo, si sforza. Non sarà mai comunque alla mia altezza”. Così. |