LA PROTESTA A ROMA

Bersani: «Non voteremo le norme sulla scuola»

Il leader pd contro l'aumento a 24 ore dell'orario di lavoro
Al Miur i docenti si autoconvocano e bloccano il traffico

di Antonio Castaldo Il Corriere della Sera, 21.10.2012

«Voglio dirlo con chiarezza, noi non saremo in grado di votare così come sono le norme sulla scuola». Il tweet del segretario del Pd Pierluigi Bersani arriva dopo una settimana di grande mobilitazione nel mondo della scuola, culminata nel flash mob spontaneo davanti alla sede del Ministero dell'Istruzione, con diverse centinaia di docenti autoconvocati con un tam tam via sms, che hanno bloccato per tutta la mattinata Viale Trastevere a Roma.

IL COMUNICATO DI BERSANI - Il motivo del contendere è la proposta del governo, contenuta della legge di Stabilità, di estendere l'orario di didattica frontale dei docenti da 18 a 24 ore, senza un euro di aumento di stipendio, ma con un incremento delle ferie estive. In pratica quindici giorni in più alla fine di luglio, quando le scuole sono praticamente chiuse. «Sono norme al di fuori di ogni contesto di riflessione sull’organizzazione scolastica - argomenta il leader pd - che finirebbero semplicemente per dare un colpo ulteriore alla qualità dell’offerta formativa. Voglio credere che ciò sarà ben compreso dal governo». Tuttavia l'obiettivo del ministro è quello di ottimizzare l'attività scolastica ottenendo cospicui risparmi in termini di spesa. Si parla di oltre 700 milioni in tre anni, ottenuti soprattutto con una notevole riduzione del ricorso ai contratti a termine per i precari (i sindacati parlano di un taglio di 30 mila unità). «Nel rispetto dei saldi - spiega Bersani - chiediamo al governo di rendersi disponibile a modifiche significative. Noi metteremo attenzione alla questione fiscale cercando una soluzione più equa e più adatta a incoraggiare la domanda interna».

I PROF CORREGGONO I COMPITI IN STRADA - I docenti che si sono radunati davanti la sede del Miur, bloccando per diverse ore il traffico su viale Trastevere, hanno imbracciato penne e quaderni, e si sono messi a correggere i compiti in classe. Un modo per far capire che il lavoro dell'insegnante non si esaurisce nelle ore di lezione in classe. Ma che ci sono decine di ore mensili di programmazioni e riunioni collegiali, oltre a un numero difficilmente quantificabile di ore impiegate nella preparazione dell'attività didattica e nella cruciale fase della valutazione dell'attività scolastica degli studenti. A cominciare, per l'appunto, dalla correzione dei compiti.