Rossi-Doria, sottosegretario e maestro "Non taglieremo posti di lavoro nella scuola" Intervista a "Repubblica" del sottosegretario all'Istruzione che è anche insegnante alle elementari. Annuncia che le norme del governo in discussione in parlamento saranno modificate tenendo conto delle proteste dei precari e dei docenti. E l'innalzamento delle ore di lezione da 18 a 24 sarà rivisto: "Scelte del genere vanno concertate". di Ottavio Ragone, la Repubblica ed. di Napoli 21.10.2012 "Sono un maestro elementare, conosco le difficoltà che i colleghi vivono e le loro paure di questi giorni. Leggo tutto quello che mi viene scritto da molti di loro, i consigli e le critiche. È giusto, non vanno tagliati posti di lavoro. E così dovrà essere...". Marco Rossi-Doria, napoletano, sottosegretario all'Istruzione, l'ha già lasciato intendere dalle pagine del suo blog. "Troveremo una soluzione diversa per la legge di stabilità", ha scritto nell'ultimo messaggio. Ed è questa la modifica attesa in Parlamento: l'orario di lezione in classe degli insegnanti di scuola media e superiore non passerà più dalle attuali 18 ore a 24, a parità di stipendio, con un taglio di migliaia di posti di docenti precari a partire già dall'anno scolastico 2013-2014. Il governo sta lavorando ad una soluzione diversa: i fondi possono essere recuperati su altri capitoli di spesa, ma non sul personale. La proposta, inserita nel disegno di legge sulla stabilità che comincia domani l'iter alla Camera, ha suscitato la sollevazione unanime di docenti di ruolo e non, sindacati, partiti, nessuno escluso. Il 24 novembre è in calendario uno sciopero generale. Il governo è stato colto di sorpresa e lo stesso ministro dell'Istruzione Francesco Profumo si è dichiarato disponibile a tornare sui propri passi. Rossi-Doria, a quanto si sa, era contrario fin dall'inizio all'aumento delle ore, che consente di risparmiare cinque volte di più di quanto richiesto dalla spending review, ovvero 780 milioni contro i 183 necessari. Il "tesoretto" eccedente di oltre 600 milioni, nelle intenzioni del governo, poteva essere utilizzato per investimenti nella scuola, su personale, didattica e strutture. Ma chi ne avrebbe sopportato il peso? Migliaia di precari letteralmente spazzati via dalla sera alla mattina. E i docenti di ruolo, costretti a lavorare più ore con lo stesso stipendio di prima. Rossi-Doria era ben consapevole della complessità delle questioni sollevate. E della necessità di avere a disposizione tempi più lunghi di quelli di fine legislatura, per affrontare una materia così scottante. Lo sforzo di mediazione del sottosegretario, che lavora in pieno accordo con il ministro ma porta il contributo autonomo di chi nella scuola ha lavorato duramente, ora sta dando i suoi frutti.
"Far passare un maggiore orario nella scuola media di primo e secondo
grado dentro una norma sulla stabilità comporta evidenti rischi
politici. Una norma sul tempo di lavoro di chi è già occupato e di
chi è precario deve passare attraverso una concertazione seria con
tutti i protagonisti. Il mio impegno è per cambiare la norma durante
la discussione parlamentare".
"Non solo i sindacati, ma tutte le forze politiche hanno fatto notare
che, accanto alle questioni innescate dall'aumento di orario,
scatterebbe un ulteriore taglio per quei docenti che non hanno una
posizione stabile. Ho sempre pensato che questo tipo di scelta va
evitata, sono contrario al taglio di ulteriori posti di lavoro. I
precari stabili sono persone con cui spesso ho lavorato fianco a
fianco e hanno fatto funzionare la scuola italiana. Il tema semmai è
un piano che salvaguardi il principio dei concorsi, giustamente
ripristinati, e preveda una agenda di stabilizzazione per chi già
lavora nella scuola".
"Per reperire soldi per investimenti nella scuola occorre che la
comunità nazionale rifletta su dove e come fare economie. Nel caso
in questione anche il ministro Giarda ha ribadito alla Camera a nome
del governo che si possono trovare altre soluzioni rispetto alla
modifica oraria prospettata, a patto di rispettare quanto la
spending review approvata dal parlamento ha deciso".
"Stiamo valutando alcune soluzioni e ne discuteremo con tutte le forze
parlamentari, per condividere le scelte. Sarà questo il lavoro delle
prossime settimane in Parlamento. Alla Camera stiamo lavorando con i
gruppi parlamentari".
"Lo ribadisco: la scuola non ha bisogno di stravolgimenti, ma di
innovazione. In questo senso va considerato che, in Europa, solo
l'Italia fa coincidere l'orario di lavoro del docente con l'attività
didattica in classe. Penso che il modello delle 24 ore delle scuole
elementari possa essere esteso alle superiori: una parte dell'orario
deve andare alla programmazione didattica, un'altra ai collegi e ai
rapporti con le famiglie, al lavoro di recupero delle carenze di
formazione, alla promozione delle eccellenze. Ma questo grande
cambiamento ha bisogno di tempi più lunghi e di stare dentro una
grande discussione nazionale, un nuovo patto per la scuola che ha
bisogno del contributo di tutti, insegnanti, sindacati,
associazioni, forze politiche".
"Una scelta del genere va condivisa attraverso un confronto culturale,
sindacale e pedagogico. Dovrà essere data ai docenti, inoltre, la
possibilità di scegliere in maniera più flessibile l'orario di
lavoro. Al tempo stesso, l'innalzamento dell'orario a 24 ore va
accompagnato con un programma di graduale assorbimento dei precari.
Ecco, tutto questo richiede concertazione, gradualità, e tempi più
lunghi per poter essere realizzato". "Se ci sono le condizioni entro il 2015". |