LO SCONTRO SULLA SCUOLA / 1

Più ore ai prof, chi ha fatto i conti?
Le ferie non compensano l'aumento

Oltre alla rivolta nelle scuole per la proposta nella legge di Stabilità, arriva la contestazione "aritmetica" sul provvedimento che aumenta di sei ore a settimana gratis la presenza in cattedra: i 15 giorni di ferie in più non coprono che una minima parte

di Salvo Intravaia la Repubblica, 26.10.2012

L'incremento a 24 ore settimanali dell'orario di cattedra dei prof italiani in cambio di 15 giorni di ferie in più sta diventando un inestricabile rebus. Le ferie aggiuntive assegnate agli insegnanti di scuola media e superiore dal disegno di legge del governo Monti compensano solo in parte l'incremento dell'orario di lezione previsto dallo stesso provvedimento, che ha fatto letteralmente imbufalire i docenti. Ma chi ha fatto i conti?, si chiedono in tanti. Insomma, tra ore di lezione in più - si passerebbe dalle attuali 594 a ben 792 annuali - e incremento delle ferie i conti non tornano affatto.

Il disegno di legge sulla formazione del bilancio - annuale e pluriennale - dello stato, meglio conosciuto come legge di Stabilità 2013, contiene la norma che a partire dal primo settembre 2013 incrementa da 18 a 24 ore l'orario di insegnamento dei professori di scuola secondaria: media e superiore. E, per giustificare che il maggiore carico di lavoro settimanale richiesto ai professori italiani non preveda un solo euro in più in busta paga, il disegno di legge prevede che "detto incremento dell'orario di lavoro sia compensato con un incremento di 15 giorni su base annua del periodo di ferie retribuito", si legge.

Ma basta fare due semplici calcoli per rendersi conto che, anche volendo accettare lo scambio e sorvolando sull'intero orario di lavoro degli insegnanti (che supera abbondantemente le 18 ore in classe), e su tutte le altre critiche, qualcosa non quadra. Attualmente, le ore di insegnamento sono 18 e, considerando il cosiddetto "giorno libero", quasi sempre vengono articolate in 5 giorni a settimana: 3,6 ore al giorno. Le 6 ore in più a settimana, in un anno scolastico, equivalgono a 198 ore di lavoro in più. E basta dividerle per le 3,6 lavorate in un giorno per scoprire che equivalgono a 55 giorni di lavoro in più.

E i 15 giorni di ferie "elargiti" agli insegnanti in cambio delle ore di lezione in più richieste dal governo per fare quadrare i conti dello Stato? Andrebbero a compensare soltanto il 27 per cento di quei 55 giorni in più che verrebbero lavorati dagli insegnanti. Ma i conti non tornano neppure se si provasse a dividere le 198 ore di lezione in più richieste agli insegnanti italiani per i 15 giorni di ferie aggiuntivi previsti dal disegno di legge.

Se fosse infatti vero che le 198 ore annuali in più potessero essere "compensate" da 15 giorni di lavoro, ne verrebbe fuori che in quelle due settimane i docenti italiani lavorerebbero più di 13 ore al giorno, cioè 66 ore a settimana. Così, la norma contenuta nella proposta di legge, oltre a non convincere affatto i professori dal punto di vista contrattuale e dei diritti, non convince neppure dal punto di vista semplicemente aritmetico.