Concorso/1. Così non va

da TuttoscuolaNews, n. 554 8.10.2012

La scorsa settimana (TuttoscuolaFOCUS n. 439/552) avevamo ribadito il nostro giudizio positivo sulla decisione del ministro Profumo di ripristinare la forma ordinaria del reclutamento, quella prescritta dalla Costituzione, basata sul concorso pubblico, ma avevamo formulato anche le nostre più ampie riserve sulla scelta del bando di escludere i giovani neolaureati dalla possibilità di parteciparvi.

Come osservato da TuttoscuolaFOCUS e come sottolineato in settimana in un’interrogazione parlamentare di Bachelet e Coscia del Pd, la procedura concorsuale seguita, collocandosi nello scenario giuridico delineato dal decreto interministeriale 24 novembre 1998, n. 460, a proposito del requisito di ammissione, ha tenuto conto delle deroghe disposte dall’art. 2 di quel decreto a favore dei candidati privi di abilitazione, ma non di quella indicata dall’art. 4 che consente “agli aspiranti privi di abilitazione, purché in possesso di una laurea che consenta l’accesso all’abilitazione, di partecipare … quando in una classe di concorso non vi sarà una sufficiente disponibilità di abilitati per un adeguato reclutamento”.

L’applicazione di quest’ultima previsione legislativa avrebbe consentito, dunque, di assicurare una soluzione all’attuale situazione delle graduatorie permanenti esaurite o in corso di esaurimento che ad oggi hanno raggiunto una consistenza rilevante. L’averla ritenuto non applicabile, e riesce difficile cogliere la motivazione giuridica, esclude i giovani laureati che da anni hanno garantito gli insegnamenti tecnici e scientifici per i quali le graduatorie permanenti sono esaurite.