Profumo: scuola come centro civico da Tuttoscuola, 15.10.2012 Comincia a delinearsi la “scuola del futuro” a cui il ministro della Pubblica istruzione Francesco Profumo ha recentemente accennato in più occasioni. “Sarà come un centro civico”, ha detto intervenendo in videoconferenza alla convention dell’associazione nazionale Diesse (Didattica e Innovazione Scolastica) che si è conclusa domenica 14 ottobre a Bologna. Secondo Profumo la scuola non potrà più essere quella dello scorso millennio. Dal punto di vista strutturale “sarà necessario anche ridisegnare i luoghi perché aula e corridoio non sono più adeguati. Dovranno invece esserci strutture più aperte con spazi di socializzazione”, e le scuole “dovranno essere disponibili ad attività pomeridiane e anche serali. In modo tale che alcune attività che attualmente si collocano fuori, quelle culturali piuttosto che quelle sportive, possano integrarsi nei nuovi spazi”. Tutto questo richiederà una maggiore flessibilità anche sul versante delle prestazioni dei docenti. Non quindi, sembra di capire, le 24 ore per tutti previste dalla legge di stabilità ma anzi la possibilità per gli insegnanti di “scegliere tra tempo pieno, part-time e anche di dare più tempo alla scuola rispetto a quanto previsto dal contratto. E così cominciare a ragionare in termini di carriera dell’insegnante”. In questo contesto il docente dovrà operare “come un solista per quanto attiene il suo patrimonio di conoscenze e un direttore d’orchestra degli altri saperi” perché “ci troviamo di fronte a una seconda rivoluzione Gutenberg: quella della rete. Gli studenti non sono più interessati a una trasmissione tradizionale del sapere. Possono contare su una marea di informazioni che non sono organizzate. E qui si inserisce il nuovo compito dell’insegnante: un organizzatore delle conoscenze. Un ruolo che potrà prevedere in futuro un’alternanza docente-discente interessantissima”. Un discorso senza dubbio stimolante, quello del ministro. C’è da capire però, guardando alla scuola di oggi e a misure come quella sulle 24 ore di lezione, quali potrebbero essere i tempi, le condizioni e le modalità della transizione alla ‘scuola del futuro’ da lui delineata. |