ANP dissente sulle 24 ore settimanali
causa di rottura del rapporto sinallagmatico

di Aldo Domenico Ficara da Regolarità e Trasparenza nella Scuola, 18.10.2012

In una lettera afferma le proprie perplessità in merito alle disposizioni del Governo Monti riguardanti il sistema scolastico (art. 3, commi 42 e 43, del disegno di legge di “Stabilità” per il 2013). Tra le principali perplessità si evidenzia quella per cui, a causa dell’aumento per gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, dell’orario di servizio settimanale da 18 a 24 ore, si viene a creare una grave rottura del rapporto sinallagmatico tra prestazione lavorativa e retribuzione degli stessi docenti (sostanzialmente a circa un terzo di orario obbligatorio aggiuntivo non corrisponde alcun compenso economico).

Questo ragionamento si fonda sul rapporto sinallagmatico, ovvero su un contratto a prestazioni corrispettive, in cui le parti si impegnano rispettivamente l'una nei confronti dell'altra. L'inadempimento di una delle parti comporta la possibilità per l'altra parte di chiedere la risoluzione del contratto. L'aggettivo "sinallagmatico" sta appunto ad indicare quei casi al di fuori dell'ipotesi di contratto unilaterale, dove soltanto una parte assume obblighi nei confronti dell'altra. Nel caso scuola-legge di stabilità l’ipotesi risoluzione del contratto è un nonsense in termini, pertanto è auspicabile un incontro tra le parti interessate al contendere, per trovare le soluzioni più vantaggiose al consolidamento dell’autonomia scolastica.

Per le prossime elezioni politiche si cerca disperatamente un partito politico che abbia all'interno del proprio programma la difesa della scuola pubblica e dei suoi insegnanti, che sono stanchi di dover pagare il debito nazionale foraggiato da corruzione e corrotti, da evasione fiscale e evasori, da criminalità e criminali e soprattutto da un potere politico che non riesce a distinguere la parte sana del Paese da quella subdola e colpevole dell'attuale situazione economica in cui ci troviamo.

Perché è necessario evidenziare e condannare, facendole ritornare indietro il maltolto, quella parte del Paese colpevole di aver creato un debito pubblico gigantesco, colpevole di non aver fatto nessuna politica ragionata e sensata, colpevole di aver scaricato sulle nuove generazioni debiti e discredito internazionale, colpevole di aver vissuto all'insegna dell'inganno e della corruzione continuata, colpevole per aver ucciso la speranza nel futuro di decine, o meglio centinaia di migliaia di giovani. Forse oggi con questa legge di stabilità sono arrivati i nodi al pettine, perchè le decisioni per trovare risorse economiche sono sempre le stesse, ovvero tagliare all'istruzione e alla sanità, in quanto si vuole un cittadino che rispecchi il detto "meglio un asino vivo che un dottore morto ", anzi per i tagli fatti si vuole un cittadino che rispecchi un asino morto.