Cosa succede al ministro Profumo? il Batman della sala insegnanti, 12.10.2012. Risultano stupefacenti le ultime uscite dell’ineffabile tecno-ministro Profumo in merito al possibile e (per lui) auspicabile aumento dell’orario di lavoro nella scuola secondaria dei docenti da 18 ore a 24 ore. Roumors provenienti dal Consiglio dei Ministri danno per certo che il Ministro Profumo intenderebbe portare avanti un siffatto provvedimento con un inserimento tardivo nel testo della legge di stabilità. I dirigenti del MIUR fanno spallucce, ma fanno capire di essere stati coinvolti obtorto collo a studiare in qualche maniera le modalità per tagliare altri 164 milioni di euro dal bilancio dell’istruzione. Si tratta di una semplice follia? Di una provocazione? Di scelte suggerite da consiglieri del Ministro inetti e deficienti (nel senso etimologico del termine)? Non si tratta di scherzarci troppo: si sta parlando dell’aumento dell’orario di lavoro frontale dei docenti di un terzo, cui corrisponde un proporzionale o più che proporzionale aumento dei carichi di lavoro derivati dal lavoro cosiddetto sommerso (preparazione delle lezioni, preparazione e correzione di test, compiti, ecc.), a parità di stipendio!! E’ come se per legge si aumentasse da 36 ore settimanali a 48 ore settimanali l’orario di un impiegato in un qualsiasi ente pubblico, o si aumentassero di un terzo le ore di lavoro diretto in produzione di un operaio della Fiat o della Fincantieri. A parità di retribuzione!! Nemmeno nei paesi dittatoriali si arriva a tanto. Stakanovisti per legge!!! Immaginiamo le conseguenze: stanchezza, demotivazione, abbassamento dei livelli di preparazione delle attività didattiche, taglio di alcune migliaia di docenti precari che aumenterebbero l’esercito dei disoccupati. Il tutto condito con il semplice fatto che con una legge “di stabilità” si interviene a modificare unilateralmente un contratto di lavoro nazionale vanificando le relazioni sindacali e tutta la contrattazione presente e futura. Alla faccia della democrazia, della partecipazione e della concertazione. Inviterei il Ministro a smetterla di parlare a vanvera di orari di lavoro (a quando l’aumento di un terzo delle attività didattiche dei suoi colleghi baroni universitari a parità di retribuzione??) o di tablet, innovazioni tecnologiche quando non ci sono i soldi per far funzionare regolarmente le scuole, o di scuola liquida. Sarebbe meglio che alla sera parlasse con sua moglie, che fa l’insegnante come tutti noi, e la stesse ad ascoltare, che parlasse con calma con un docente precario che gli potrebbe spiegare cosa significa flessibilità, che la smettesse di andare a cianciare a tutti i convegni tanto per dire qualche fesseria nella speranza di vederla pubblicata sui media. Talvolta rimpiango la Gelmini che, nella sua candida impreparazione sui temi della scuola, talvolta si affidava a consulenti preparati (preparati anche nel proporre riforme non condivisibili). Almeno si sapeva con chi si aveva a che fare. Ma il Ministro Profumo ci è o ci fa?
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