Incostituzionale il blocco ai super-stipendi

di R.P. La Tecnica della Scuola, 12.10.2012

La norma era contenuta nella manovra finanziaria per il 2011 e prevedeva decurtazioni per gli stipendi superiori ai 90mila euro. La Consulta ha stabilito che si tratta di una norma incostituzionale. Pesanti critiche arrivano dalla Lega Nord.

La manovra economica per il 2011 prevedeva che gli stipendi più alti dei dirigenti pubblici venissero decurtati: -5% per la parte eccedente i 90mila euro e -10% per gli stipendi superiori ai 150mila.

Il provvedimento riguardava complessivamente pochissime migliaia di dirigenti statali (non più di qualche centinaia dipendenti del Ministero dell’Istruzione).

Ma adesso, la Corte costituzionale ha stabilito che la norma è del tutto illegittima e quindi va cancellata.

Questo significa che i dirigenti pubblici che in questi ultimi due anni si sono visti decurtare lo stipendio avranno diritto al ripristino della retribuzione e quindi anche a recuperare le riduzioni effettuate in questo periodo.

A protestare vivacemente contro la sentenza è il leghista Massimo Garavaglia che non le manda certamente a dire: "Questa decisione della Consulta grida vendetta. Siamo ancora in una Repubblica parlamentare, non é possibile che si voglia trasformarla in una regime governato dai 'mandarini'. Il Parlamento decide in modo sacrosanto di mettere dei limiti a stipendi fuori da ogni logica e la vera casta si difende".

Senza trascurare un appello a Giorgio Napolitano: "Speriamo che il Presidente della Repubblica intervenga con la sua autorevolezza per eliminare questa vergogna. Non si può chiedere alla gente di andare in pensione a 70 anni e di vedere aumentare disoccupazione e crisi per rispetto dei vincoli europei, quando poi i cosiddetti dirigenti dello Stato, veri e propri burocrati nel senso peggiore del termine, continuano ad avere privilegi ingiustificati".