L'intervento

Governo della scuola

 Pasquale Almirante La Sicilia, 7.10.2012

I famosi "decreti delegati", che dal 1974 regolano la gestione della scuola in termini di democrazia e partecipazione, fra non molto saranno un ricordo, messi in soffitta dalla Commissione cultura della camera che ha approvato il disegno di legge n. 953, meglio noto come "legge Aprea", sulle norme di autogoverno delle scuole. Consigli di classe, consigli di circolo, consigli d'istituto, collegio dei docenti, comitati studenteschi saranno dunque un ricordo, soppiantati dal Consiglio dell'autonomia, il nuovo strumento in mano alla scuola che avrà ampia facoltà di scelta sulle modalità di governo e di gestione, sebbene dovrà attenersi ad alcuni principi generali. L'iter della legge è stato tormentato e lungo, e solo nell'ultimo periodo si è raggiunto l'accordo politico, suggellato dalla sinistra, ma con la netta opposizione dell'Idv a cui non è stata accettato nemmeno un emendamento. Fra questi una maggiore presenza, nel Consiglio dell'autonomia, degli Ata che prima erano stati del tutto esclusi, mentre è previsto l'obbligo della presenza paritetica di studenti, docenti e genitori.

In crisi di identità invece il diritto degli studenti di avvalersi delle assemblee studentesche e delle altre dei genitori, perché passano direttamente negli statuti delle istituzioni scolastiche che dovranno quindi definire le modalità della loro partecipazione. In altri termini, ogni scuola si autogoverna sulla base dell'utenza e del territorio in cui è opera, tanto che nel Consiglio dell'autonomia sono chiamati a farne parte anche due soggetti esterni.

Questo rimane un punto delicato considerando il fatto che gli esterni sono presenti perfino nei ruoli nevralgici, come nei nuclei di autovalutazione che diventeranno molto importanti nella gestione della offerta didattica della scuola.

Riforma senz'anima, dicono in molti, e confusa, soprattutto a danno degli studenti la cui partecipazione alla governance della scuola è notevolmente ridotta rispetto ai decreti delegati del ‘74. Un passo indietro? Forse, anche perché gli spazi di partecipazione, libertà e sperimentazione erano veri e non dichiarati come questa legge farebbe capire. E infatti come e in quali condizioni (di dialogo o sfida) sarà redatto lo statuto del Consiglio dell'autonomia?