Le 24 ore bocciate anche dall’ex ministro Gelmini: ridurrebbero la qualitą della scuola

di A.G. La Tecnica della Scuola, 23.10.2012

Per l’on. del Pdl l’incremento penalizza la categoria e compromette il funzionamento scolastico: il Governo deve trovare altrove le risorse, facendo leva su altri capitoli di spesa. Con il passare delle ore il premier Monti non sembra avere scelta: il rifiuto bipartisan porta inevitabilmente allo stralcio dell’incauto progetto.

Anche l’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini (Pdl) si schiera apertamente contro la volontą del Governo Monti di ampliare l’orario dei docenti della scuola media e superiore da 18 a 24 ore settimanali. La posizione della Gelmini, in linea con quella assunta negli ultimi giorni dal Partito della Libertą, non sembra ammettere nemmeno un provvedimento dalla portata ridotta, con l’incremento portato da 6 a 3 ore.

Il rifiuto della Gelmini, che figura anche tra i nomi presenti nella “rosa” di possibili candidati del Pdl al guida del Comune di Milano, da proporre in occasione delle prossime elezioni, sarebbe legato sia al timore di affidare ai docenti un carico eccessivo di impegni didattici, sia al timore di ridurre la qualitą complessiva di un sistema scolastico che per non poche “voci” formative naviga non di certo tra le prime posizioni dell’area Ocse.

''La proposta all'interno della Legge di Stabilitą di aumentare il monte ore degli insegnanti – ha dichiarato la Gelmini all’agenzia Ansa – rischia, oltre che di penalizzare la categoria, di compromettere il funzionamento scolastico che deve mantenere alti parametri di qualitą e di conseguenza chiediamo al Governo di trovare altrove le risorse, facendo leva su altri capitoli di spesa''.

Insomma, per l’esecutivo del premier Monti non sembrano esservi alternative: arrivare al voto di fiducia mantenendo in piedi questo provvedimento, giudicato impopolare ormai dal 90 per cento dei partiti che compongono il Parlamento, significherebbe infatti rischiare fortissimamente di far cadere il Governo.