Abrogato il vincolo dei 5 anni/6 anni per l'adozione dei libri di testo ministeriali Digital revolution, paga la famiglia
La scoperta nel decreto legge sulla Crescita
2.0. Novità per libri di testo di Mario D'Adamo ItaliaOggi, 30.10.2012 Il prossimo anno scolastico i libri di testo delle superiori dovranno essere in formato digitale o misto ma sarà difficile che le famiglie possano averne dei risparmi. Già, perché oltre alla dotazione libraria i genitori dovranno acquistare anche i supporti tecnologici necessari per usufruire a scuola dei contenuti digitali integrativi dei libri di testo. È uno dei capitoli dell'agenda digitale in materia di istruzione, definita nel decreto legge n. 179 del 18 ottobre scorso, detto digitalia, ovvero crescita 2.0, approvato in consiglio dei ministri il 4 ottobre ma pubblicato in Gazzetta ufficiale due settimane dopo, il 19 ottobre.
Altri capitoli del decreto messo a punto sotto la regia del ministro
dello sviluppo economico, Corrado Passera, interessano la scuola:
digitalizzazione dei procedimenti di stato giuridico ed economico
del personale della scuola, fascicolo personale elettronico dello
studente universitario ed estensione alle scuole dell'infanzia
dell'anagrafe nazionale degli alunni e degli studenti, istituzione
dei centri scolastici digitali. Il provvedimento è all'esame del
senato.
Già dal prossimo anno scolastico 2013/2014 nelle scuole superiori si
dovranno utilizzare libri di testo in versione digitale o mista,
quest'ultima costituita da un testo in formato elettronico o
cartaceo e da contenuti digitali integrativi accessibili o
acquistabili in rete anche in modo disgiunto. La parte cartacea si
limiterà così ad affrontare gli argomenti e i concetti essenziali
delle discipline, riducendo peso e foliazione e lasciando ai
contenuti digitali i compiti di arricchimento, verifica e
approfondimento. Grazie alla minore foliazione, le famiglie degli
alunni potranno realizzare sull'acquisto dei libri risparmi, che
però rischiano di essere del tutto teorici. Sia l'articolato sia la
relazione, infatti, fanno riferimento a tetti di spesa che il
ministero dovrà determinare, tenuto anche conto dei supporti
tecnologici per l'utilizzo dei contenuti digitali. I tetti di spesa
riguarderanno allora sia i costi dei libri in versione mista e dei
contenuti digitali integrativi sia quelli dell'eventuale fornitura
dei supporti tecnologici per gli studenti, e la relazione al decreto
legge si spinge a quantificarne in un venti per cento la riduzione
media. Poiché questa sembra calcolata solo nel confronto con la
versione interamente cartacea e poiché si dovranno aggiungere gli
importi dei supporti tecnologici, che non pare si vendano a prezzi
particolarmente stracciati, ecco che i costi, sui quali andrà anche
applicata la variazione del tasso di inflazione, sono destinati a
lievitare rispetto a quelli attualmente praticati. In ogni caso, la
digitalizzazione dei libri di testo resta a carico delle famiglie,
almeno per quella parte non coperta dalla varie provvidenze
regionali e dal comodato. Per l'introduzione dell'obbligo della
versione digitale o mista dei libri di testo anche nelle scuole del
primo ciclo, primarie e secondarie di primo grado, si dovrà
attendere il 2014/2015. Si tratta, nell'uno e nell'altro caso, di un
ritardo rispetto al decreto Brunetta n. 112 del 2008, che ne
prevedeva l'introduzione a partire da quest'anno scolastico, ma
anche di un miglioramento rispetto alla bozza di decreto legge
circolata nel mese di settembre che rinviava tutto all'anno
scolastico 2015/2016 e che questo giornale aveva tempestivamente
segnalato. L'art. 15 del decreto Brunetta viene riformulato in modo
che non ci siano equivoci sui tempi di decorrenza delle adozioni dei
libri di testo, nuova versione, giacché le relative operazioni si
dovranno svolgere già quest'anno scolastico per il prossimo.
E non ci saranno più i vincoli,
quinquennale e sessennale, introdotti dal ministro Gelmini, art. 5,
ora abrogato, del decreto legge n. 137 del 2008
[evidenziazione nostra], anche per
incoraggiare, è scritto nella relazione al decreto legge 179, «la
produzione e la diffusione di contenuti digitali, al momento
scarsamente disponibili» e in considerazione del fatto che tali
contenuti sono soggetti a rapida obsolescenza. Non è ancora
obbligatorio, come si vede, il passaggio alla sola versione digitale
dei libri di testo. Si vogliono, infatti, per un verso salvaguardare
l'attuale assetto normativo e per l'altro creare gradualmente le
condizioni per sostenere i processi di innovazione e indurre gli
operatori a preferire la scelta del digitale. Il ministro
dell'istruzione dovrà definire con propri decreti non solo i costi
dei libri ma anche le loro caratteristiche tecniche, separatamente
per la versione cartacea e per quella mista. La delibera di
adozione, infine, del collegio dei docenti dovrà essere sottoposta
al controllo contabile preventivo dei revisori dei conti.
Dal 1° marzo prossimo tutti i procedimenti
riguardanti lo stato giuridico ed economico saranno trattati
esclusivamente con modalità informatiche e telematiche
[evidenziazione nostra]. E poiché
si parla di procedimenti e non solo di provvedimenti, dovranno
essere in formato digitale anche le domande e le comunicazioni con
le quali il personale della scuola dà l'avvio a un procedimento al
fine di ottenere un provvedimento nei suoi confronti (assenze,
riconoscimento di servizi a fini diversi, ecc.), e se uno non
possiede un personal computer a casa, dovrà utilizzarne uno della
scuola dove presta servizio. La dematerializzazione dei procedimenti
riguarda anche lo scambio di documenti, dati e informazioni tra le
amministrazioni interessate. Per la sua attuazione, però, è previsto
un decreto che il ministro Profumo entro il 18 dicembre prossimo
deve adottare di concerto con i colleghi per la pubblica
amministrazione, Patroni Griffi, dell'economia, Grilli, e del
lavoro, Fornero. Sperando che non faccia la fine del decreto
attuativo delle modalità di applicazione dei registri on line, che
non hanno ancora visto la luce, sebbene siano trascorsi più di
sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione
del decreto sulla Spending review. Quanto alle risorse si devono
utilizzare quelle già a disposizione a legislazione vigente, senza
nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Per semplificare le relazioni tra studenti, docenti e università di
appartenenza e accelerare i tempi di razionalizzazione e
dematerializzazione delle procedure amministrative, è istituito il
fascicolo personale elettronico degli studenti universitari, che
conterrà i dati della carriera accademica e consentirà il passaggio
di informazioni in caso di trasferimento da un'università all'altra,
in uscita verso l'estero e in entrata. Esso sarà alimentato con i
dati degli studenti diplomati a partire da quest'anno solare, i dati
provengono dall'anagrafe nazionale degli studenti, che da quest'anno
sarà estesa ai bambini della scuola dell'infanzia. Alla stessa
anagrafe degli studenti e a quella dei laureati le università
potranno accedere per verificare la veridicità di dichiarazioni e
attestazioni personali rilasciate dagli interessati in luogo delle
certificazioni. Se dichiarazioni e attestazioni in relazione alla
posizione economica o ai titoli posseduti hanno comportato benefici
economico – giuridici, esse potranno accedere anche alle banche dati
Inps per la consultazione dell'indicatore della situazione economica
equivalente (ISEE) e degli altri dati necessari al calcolo
dell'indicatore della situazione economica equivalente per
l'università (ISEEU). Nelle scuole funzionanti nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle zone abitate da minoranze linguistiche, nelle aree a rischio di devianza minorile o caratterizzate dalla presenza di alunni con difficoltà di apprendimento e di scolarizzazione, le regioni e gli enti locali possono stipulare convenzioni con il Miur per favorire l'offerta formativa, istituendo centri scolastici digitali collegati funzionalmente alle istituzioni scolastiche di riferimento, attraverso modalità di gestione della didattica che tengano conto dell'utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare la qualità dei servizi agli studenti. Tutto ciò in alternativa all'istituzione di classi, che, stando alla relazione, in quelle scuole non sono state finora costituite con meno di otto alunni, anche se le disposizioni sugli organici ne consentirebbero la formazione anche con un unico alunno. |