MANIFESTAZIONI

La protesta delle mille scuole
E torna l'ipotesi di aumento delle ore

Cortei, sit-in, flash mob, attività ridotta: un'onda di contestazione che cresce in tutta Italia contro i tagli previsti dalla legge di Stabilità. Rabbia anche per l'ipotetico innalzamento delle ore di lavoro settimanali dei docenti (da 18 a 24), che sembra tornare in auge perché i tagli proposti dal ministero dell'Istruzione non sono sufficienti. Il Pd insorge: "Nessun passo indietro"

di Linda Varlese la Repubblica, 9.11.2012

È UNA MOBILITAZIONE generale, larga. E che rischia di diventare incandescente dopo l'ultima notizia emersa in commissione Bilancio della Camera, dove si esamina la legge di stabilità: i tagli proposti dal ministero dell'Istruzione per attuare la spending review non sono sufficienti a raggiungere i 157 milioni richiesti. Ammontano infatti a 74,6. Torna quindi il rischio di aumento dell'orario dei docenti di scuola media e superiore - da 18 a 24 ore senza nessun corrispettivo economico in cambio - dopo che poco più di una settimana fa era arrivato lo stop al provvedimento in commissione Cultura.

Sull'ipotesi dell'aumento delle ore il Pd mette subito in chiaro: "L'aumento dell'orario degli insegnanti è fuori discussione - dice Francesca Puglisi, responsabile Scuola -. Vanno trovate le coperture finanziarie per 182,9 milioni di euro fuori dal bilancio del Miur. Il ministro dell'Economia Grilli e il suo sottosegretario Polillo spieghino al Paese se è più importante per la crescita l'istruzione o il mantenimento dei privilegi della casta dei generali".

Manuela Ghizzoni (Pd), presidente della commissione Cultura della Camera, aggiunge: "'Sull'abrogazione della norma che prevedeva l'aumento dell'orario a 24 ore a parità di salario per gli insegnanti c'è stata una convergenza di tutto l'arco parlamentare e precisi impegni politici, su questo non ci saranno passi indietro". "Ma ci aspettiamo - conclude - uno sforzo da parte dell'esecutivo al fine di non giungere a compiere tagli lineari all'Istruzione.In questi anni la scuola ha già dato il suo contributo consistente, è arrivato il momento che tutti contribuiscano a dare un futuro all'istruzione, anche per uscire dalla crisi."

Le proteste. La protesta di oggi ha coinvolto centinaia di istituti scolastici, che sono stati occupati, in tutta Italia. Molte attività extradidattiche annullate: una sollevazione di voci proveniente dagli studenti, dai professori, di ruolo e precari, dal personale, dal mondo della scuola e universitario tutto. Contro i tagli previsti dalla Legge di Stabilità che "mortificano l'istruzione, l'offerta formativa" gridano gli oltre 5 mila in corteo oggi a Roma. Lo stesso pensano quelli di Bologna e quelli di Ostia, di Bari e Firenze, di Torino e di Milano: "Cosa ha pensato per risolvere il problema dell'edilizia scolastica il governo Monti? Quali proposte per abbattere il caro libri? A quando la riforma della classe docente? Siamo stanchi di essere presi in giro, di attendere che qualcuno si dia una svegliata e ci sembra che questo Ministro abbia meno risposte di noi".

E mentre nelle piazze è esplosa la rabbia spontanea, il ministro Profumo assicura che "l'istruzione è una priorità: i problemi sono grandi, interverremo, perché la scuola è il miglior investimento sul futuro per costruire un Paese più moderno". In attesa di questi interventi, però, studenti e docenti non smettono di contestare. Tanti i motivi. Due su tutti pare abbiano scatenato il malcontento: l'aumento dell'orario di insegnamento frontale per i professori da 18 a 24 ore previsto dalla Legge di Stabilità, questione che sembra però tornata in forse grazie a un emendamento che dovrebbe far naufragare definitivamente l'idea, anche se rimane la preoccupazione per i possibili tagli che il dicastero dovrà operare per reperire i fondi; la seconda questione riguarda il contenuto del ddl 953 (ex Aprea) sulla riforma degli organi collegiali che permetterebbe l'ingresso ai privati e agli sponsor nei Consigli di Autonomia (ex Consigli di Istituto) e che aumenterebbe il potere dei dirigenti scolastici, riducendo la partecipazione della rappresentanza studentesca.

Ma le ragioni non si esauriscono qui. E riconducono tutte a una matrice iniziale: i continui tagli alla scuola pubblica che esasperano l'offerta formativa e aggravano le condizioni degli edifici, sempre più fatiscenti, e dei servizi per gli studenti, sempre più inesistenti; e costringono le famiglie a mettere mano ai portafogli per poter sopperire alle carenze. Gli studenti non ci stanno: "Siamo stanchi, vogliamo delle risposte" dicono. Cortei, sit-in, flash mob agitano le piazze d'Italia.

I prossimi appuntamenti.
Per sabato è prevista una manifestazione cittadina organizzata dal Coordinamento scuole di Roma che riunirà ragazzi, insegnanti e genitori e che sfilerà per le strade della città, dall'Esquilino a Piazza dei SS Apostoli. In vista della protesta di più ampio respiro pervista per il 14 novembre, giorno dello sciopero generale indetto dalla Cgil, ma esteso, in senso generale a tutta Europa contro la Troika e le misure di austerità. E si passerà dallo sciopero Europeo alla Notte Bianca dell'Istruzione Pubblica il 16 novembre, alla Giornata Internazionale dello Studente del 17: sono i sindacati studenteschi italiani a mobilitarsi e a lanciare un appello: "In un momento così importante - commenta Michele Orezzi, Coordinatore dell'Unione degli Universitari - abbiamo ritenuto fondamentale rafforzare sempre più la nostra rete europea di unioni studentesche e lanciare un appello per chiamare tutti gli studenti del continente in piazza il 14 e il 17 novembre". Lo slogan è chiaro e diretto: "Siamo il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo", perché "questa Europa non è quella che vogliamo. Vogliamo un'Europa democratica e che guardi al futuro di noi giovani, che sappia costruire un modello sostenibile partendo da un forte investimento nell'educazione e nella conoscenza". Sul portale www.17novembre. it tutte le iniziative che saranno organizzate in Europa dagli studenti.