Andrea Gavosto (FGA) di Vincenzo Pascuzzi, 13.11.2012 Ieri Rembado (ANP) oggi Gavosto (FGA): stessa musica, stesso spartito. Sulla scuola e gli insegnanti hanno le stesse idee, avanzano proposte o richieste simili. Entrambi sembrano pontificare e parlare "ex cathedra". Rembado denunciava: "Quel "patto" Profumo-sindacati nemico dei docenti" (1). Oggi Gavosto deluso proclama: "Scuola, l’occasione perduta" (2). Anche le argomentazioni del Direttore della FGA mostrano punti deboli e contraddizioni. Proviamo a segnalarli in sintesi. 1) Il titolo "l'occasione perduta" viene ripreso e anche contraddetto nel testo dell'articolo: "retromarcia sull'orario", "avendo tentato di forzare la mano", "con il contratto di lavoro del 2014". Chiaramente non si tratta di occasione persa, ma di blitz fallito, o scippo non riuscito, sulla normativa contrattuale. 2) C'è poi il tentativo di imputare alle vittime mancate dello scippo la responsabilità dei tagli alternativi accollati alla ricerca: "Chi protestava, ora plaude". 3) Tentativo analogo per quanto riguarda il rinvio di un'ipotetica e ignota "riorganizzazione del lavoro e delle carriere"! Ma questi sono due aspetti minori delle considerazioni di Gavosto.
4) Il cui punto
centrale, l'asse portante è costituito dal c.d. «patto scellerato»
fra docenti e Stato. Il termine "patto" è già stato usato, in
precedenza e in ambito scolastico, per indicare sinteticamente una
certa situazione. Recentemente anche Marco Rossi-Doria ha fatto
riferimento al "patto: poche ore e bassi salari”. Ma questa
espressione è doppiamente fallace e ingannevole: 1°) perché non
esiste al riguardo nessun accordo bilaterale formalizzato o tacito:
ha fatto (o non fatto) tutto il governo e il ministero; 2°) bassi
salari: ok, è nei fatti, lo confermano i dati Eurydice; poche ore:
no!, ovvero solo considerando astutamente e falsamente l'orario di
lavoro coincidente con l'orario di lezione in aula. 5) Altro passaggio contraddittorio è quando prima si afferma giustamente che i docenti: "sono pagati poco, devono formarsi a loro spese, sono tenuti a spostamenti continui nei primi anni di carriera, attendono in media undici anni prima di entrare in ruolo;" ma poi prosegue: "in compenso, la qualità del loro lavoro non è sottoposta ad alcuna valutazione": ma dove sta il compenso?! e termina assurdamente e falsamente: "e lo Stato chiude un occhio sulle ripetizioni pomeridiane, rigorosamente in «nero»." BUM! 6) Bontà sua, Gavosto riconosce che già adesso "molti insegnanti lavorano tantissimo, con grande sforzo e passione" e a questi eroi andrebbe prospettata "l’opzione del tempo pieno, fino alle normali 40 ore, da svolgere con la presenza a scuola, .... correggendo e preparando verifiche, .... e uno stipendio più elevato"! E gli altri liberi il pomeriggio?! Solo 18 ore in aula la mattina e gli alunni senza verifiche?! Questo forse sarebbe la versione del "patto scellerato 2.0"?! 7) Quasi naturalmente, il confronto con la scuola in Germania viene fatto trascurando che nella Repubblica Federale l'ora di lezione è - dicono - di 45 minuti e non di 60. Per cui 20 ore di lezione tedesche valgono 900 minuti, mente 18 ore di lezione italiane valgono a 1.080 minuti: in percentuale + 20%! Ma ovviamente i dati e i confronti vengono adattati alla tesi e alla conclusione che più piace e interessa.
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