CIRCA 50 GLI ISTITUTI IN AUTOGESTIONE

Occupazioni, proteste e scioperi
Sabato la scuola torna in piazza a Roma

Manifestazione nazionale in piazza del Popolo di tutto il settore contro i tagli. Ma i Cobas: vogliamo corteo

 Il Corriere della Sera, ed. di Roma, 19.11.2012

ROMA - Proteste, sciopero e tutti in piazza. La scuola non si ferma e aumentano di giorno in giorno le scuole occupate nella Capitale. E sabato tutti torneranno a manifestare nella Capitale in occasione dello sciopero nazionale della scuola indetto da Uil e Cisl Scuola, Flc Cgil, Snals-Confsal e Gilda. La Cgil si è aggregata solo in un secondo momento. Così come si aggiungono i Cobas che, però, non si accontentano di piazza del Popolo e chiedono un corteo che parta da piazza della Repubblica.

IN PIAZZA DEL POPOLO - I cinque sindacati principali del settore manifesteranno in piazza del Popolo. «Abbiamo rinunciato al corteo - spiega Massimo Di Menna, segretario Uil Scuola- per non arrecare disagio alla cittadinanza di sabato pomeriggio». Si manifesta contro i tagli e contro le politiche del governo. «Non siamo più disponibili a subire i tagli alla scuola e all'istruzione pubblica- spiega Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil- Le scelte politiche del governo Monti e del ministro Profumo assestano un ulteriore duro colpo alla qualità dell'offerta formativa, al diritto al sapere per tutti, alle condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori a partire dal mancato ripristino degli scatti di anzianità. Le lotte degli studenti e dei docenti pongono la necessità di cancellare le politiche di austerità che stanno allargando le disuguaglianze e umiliando una intera generazione che è esclusa dal lavoro e dal diritto allo studio».

I COBAS: VOGLIAMO CORTEO - I sindacati saranno in piazza, ma i Cobas vogliono un corteo per le strade del centro di Roma: «È decisiva la massima riuscita dello sciopero della scuola del 24 novembre, convocato per la prima volta da tutti i principali sindacati di categoria, e di una grandiosa manifestazione unitaria del popolo della scuola pubblica a Roma- spiega Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas-. Tenendo conto della grande partecipazione di lavoratori e lavoratrici della scuola e di studenti che ci attendiamo a Roma, una iniziativa stanziale in una piazza peraltro ben poco capiente per la marea di manifestanti che legittimamente ci attendiamo, appare del tutto inadeguata». I Cobas chiedono «di organizzare una manifestazione unitaria che parta da piazza della Repubblica alle 10 e si diriga in corteo verso il centro della città».

 

SCUOLE OCCUPATE - Intanto continuano a macchia di leropardo le occupazioni a Roma e in provincia: lunedì si contano circa 70 istituti in agitazione, di cui una sessantina a Roma e gli altri a Genzano, Frascati, Ostia, Fregene e Acilia. È di domenica sera il blitz degli studenti dello storico liceo Avogadro, che travisati con maschere e sciarpe, si sono introdotti nell'istituto e hanno bloccato con banchi e sedie gli ingressi. Tra gli altri sono ancora occupati il liceo Giulio Cesare, l'Archimede, l'Aristofane, il Darwin, il Tasso e il Benedetto Croce. E lunedì pomeriggio le scuole del X Municipio hanno organizzato un flashmob a Cinecittà.

 

 

 

LA GIORNATA DEL TRICOLORE - Dal 14 ottobre l'inno di Mameli «provvisoriamente» è l'inno della Repubblica italiana, anche se non è inserito nella Costituzione. Il disegno di legge per insegnarlo nelle scuole è stato approvato dalla Camera a giugno. Con la legge approvata giovedì si istituisce anche la «Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera» nel giorno del 17 marzo in ricordo del giorno in cui, nel 1861, fu proclamata, a Torino, l'unità d'Italia.

ANNO SCOLASTICO IN CORSO - Le lezioni scatteranno già quest'anno: «sono organizzati percorsi didattici, iniziative e incontri celebrativi finalizzati ad informare e a suscitare la riflessione sugli eventi e sul significato del Risorgimento nonchè sulle vicende che hanno condotto all'Unità nazionale, alla scelta dell'inno di Mameli e della bandiera nazionale e all'approvazione della Costituzione, anche alla luce dell'evoluzione della storia europea».

I PRESIDI: «METODI OTTOCENTESCHI» - Alcune critiche al provvedimento arrivano, però, dai responsabili delle scuole: «Niente da dire sui contenuti, ma molto da ridire sul metodo - commenta il presidente del'Associazione nazionale dei presidi Giorgio Rembado all'agenzia Agi - È una visione ottocentesca. Il fatto che il Parlamento si occupi dei contenuti dell'insegnamento è anacronistico e sbagliato. Non compete a Camera e Senato dire cosa bisogna studiare a scuola, piuttosto dare indirizzi strategici». Rembado sottolinea che da anni il ministero non fornisce più programmi, ma solo linee guida, e quindi solo obiettivi programmatici. «Trovo giusto che gli studenti imparino l'Inno di Mameli e conservino la memoria del Risorgimento e dell'Unità d'Italia - conclude - ma non che questo sia per legge dello Stato».