Pillole e sprechi d’acqua in Portogallo

L'opinione del Conbs sulle "Pillole del Sapere".

  dalla CONBS del 30.11.2012

Come docenti-documentalisti ci sentiamo di dover esprimere la nostra opinione sulle “Pillole del sapere”: abbiamo visionato in molti i video circolanti, proviamo quindi ad abbozzare una valutazione “in proprio” sulla loro "fattura".

La valutazione è rivolta principalmente ai possibili costi di produzione, visto che da Report si evidenziavano costi FARAONICI , rispetto a quella che è, nei fatti, la produzione realizzata (730 mila euro per le Pillole del sapere e per Format prodotti da Interattiva Media, la società di Ilaria Sbressa, moglie di Andrea Ambrogetti, responsabile relazioni istituzionali di Mediaset; si evince un costo unitario di 40.000 € anziché i 1000 stimati dai suoi ex dipendenti).


L’ACQUA

Osserviamo un prodotto operativamente ...semplice, realizzato prevalentemente con tutti attori dilettanti, forse volontari, più un “attore NON professionista”. L’aggiunta del cartoon, utile forse per movimentare il montaggio del filmato, altrimenti troppo elementare, ha richiesto probabilmente un ORDINARIO intervento di animazione grafica al computer.

Ecco la struttura del filmato.

  1. adulto e bambini sdraiati supini sull’erba (!?!) : lui spiega ai piccoli scolari ed è un semplice dialogare [sequenza inquadrature: elementare]

  2. adulto che intervista adulta: lui potrebbe essere riconosciuto come " non professionista"; lei purtroppo non può nemmeno definirsi un’ ...attrice: è una persona che parla come può.... Dunque è una banale intervista in cui si spiega qualcosa sull'acqua ...proprio come in una ordinaria chiacchierata con scolari: non si capisce dove sia il "valore aggiunto" rispetto ad una lezione + visita guidata; il tutto con riprese amatoriali.

  3. Brevissimi spezzoni di cartoon e grafica vivacizzano il prodotto. Tutto da dimostrare però che non si tratti di materiali ...pescati qua e là in qualche parte del globo (come ipotizza l’intervista anonima restituitaci da Report): la materia è infatti universalmente trattata…

Tirando le somme gli attori-adulti sembrerebbero due. Più qualche bambino (comparse?).

- Il lavoro : soggetto, regia, fotografia, montaggio, sembrerebbe in prima analisi produzione non impegnativa né onerosa: lezioni fuori dall’aula, più un breve cartoon.

- Il cast: abbiamo detto all’osso e senza impiego di professionisti.

- Il contenuto scientifico: carente; anche se è semplicemente UNA pillola c’è chi saprebbe fare molto di più (gli stessi docenti! E senza …esternalizzare!)

Riportiamo per confronto e conforto quanto scritto dalla responsabile della biblioteca della Scuola Media "Pasquale Tola" di Sassari (http://www.scuolamediatola.it).

“I progetti sull'acqua realizzati nella mia scuola in questi ultimi 13 anni consistono in approfondite ricerche bibliografiche, a partire dalla nostra Biblioteca d'istituto, per continuare con quella comunale e con Archivio Storico di Sassari, dove i ragazzi hanno potuto ammirare un manoscritto del '700 e conosciuto, grazie alle sapienti spiegazioni del Direttore, la storia scritta della prima rete idrica della nostra città.

Quindi visite guidate alle antiche fonti, come la fontana del Rosello e quella, antichissima, della chiesa di Santa Maria, con annessi lavatoi ed abbeveratoi per gli animali da pascolo. I docenti e i ragazzi, autori dei vari progetti (un altro sull'inquinamento e sul risparmio dell'acqua, accompagnati anche da segnalibri che illustrano esempi pratici per evitare gli sprechi) hanno lavorato un intero anno scolastico per documentarsi, selezionare, rielaborare i contenuti e arricchirli di disegni. Alla fine ne sono scaturiti degli opuscoli corredati di video amatoriali realizzati dai docenti e dagli stessi ragazzi.

Preziosissimo "Materiale grigio", frutto del pregevole lavoro dei nostri migliori professori e dell'impegno serio e costante degli alunni, che sanno ora davvero molto sull'acqua, dalle sue origini allo scempio dei veleni della modernità, e che non hanno affatto bisogno di banalità di 3 o 13 minuti di video. Hanno invece necessità di esperienza sul campo, di tempo e metodo per la rielaborazione personale e creativa di ciò che hanno scoperto ed imparato; soprattutto, hanno bisogno della sapiente guida dei loro bravi docenti.

Materiale prodotto gratis, durante le ore curriculari, attraverso tutte le discipline coinvolte (Lettere, Scienze, Arte, Tecnologia, Musica...), spendendo solo qualche euro per la carta, la stampante, gli anelli per la rilegatura, la copertina, qualche c.d. vergine.
Quotidianità delle nostre scuole, che producono cultura.”


IL PORTOGALLO

Anche riguardo alla “pillola” sul Portogallo possiamo fare alcune considerazioni:

è un incrocio tra dimostrazione in Power point e lezione frontale, i contenuti infatti sono esposti in sequenza ed in modalità marcatamente schematica, spoglia degli esempi concreti e delle "amichevoli" animazioni che consentano una full immersion e che sfruttino le opportunità del mezzo espressivo.

Si tratta di scenari piatti, involuti e poveri di caratterizzazione.

La comunicazione oltretutto staziona per tempi insufficienti.

L'eccesso di informazioni e contenuti, a volte complessi, viene proposto frettolosamente senza nessun supporto se non quello di immagini rapide, come in uno… spot pubblicitario.

Richiederebbe poi un grande lavoro di integrazione da parte del docente, costringendolo a trattare più temi, tutti assieme pena il rischio di lasciare grossi buchi.
Insomma alla fine del filmato, sul Portogallo si ricorda veramente molto poco.


CONCLUSIONI

Ma, al di là del format e della messa in opera, viene da chiedere quale dovrebbe essere la destinazione di uso di questi filmati: normale fruizione in classe o piuttosto fruizione volontaria, suppletiva, privata, a casa?

E in più: queste PILLOLE sono una spesa utile e decisiva per un miglioramento della offerta didattica della scuola? Ne è giustificata l’onerosità (quand'anche prodotti magistralmente) in un periodo di “mannaie” finanziarie?

A tutt’oggi non risulta che le persone COINVOLTE abbiano veramente smontato le ipotesi di addebiti, che ci ha coraggiosamente e professionalmente consegnato la trasmissione di indagine e denuncia di Rai 3. Le risposte giunte dai vertici riguardo a questa operazione non ci appaiono sistematiche né CALZANTI verso i dubbi sulla correttezza e sulle giuste procedure. Dubbi che rimangono ancora pesantemente sospesi. Le repliche a "difesa" tendono prevalentemente ad orientare il cittadino sull'ASSENZA di REATI; questo sarà da verificare (c'è la Commissione...). Però il criterio della correttezza amministrativa e pure politica non è anch'esso importante? O addirittura prevalente? L'operare secondo procedure “non fantasiose” è un dovere.

L'utilizzare gli organismi collegiali costituiti apposta per valutare è un imprescindibile obbligo: comitati, tavoli, commissioni altrimenti per cosa li paghiamo?

Ma soprattutto: quando da posizioni apicali si decide di firmare un atto, anche se si ritiene non di propria competenza, a quel punto si è assunta una grossa e piena RESPONSABILITA' altrimenti sarebbe una semplice ”p.p.v.” - per presa visione.