Sistema nazionale di valutazione:
di Anna Maria Bellesia La Tecnica della Scuola, 21.11.2012 Cnpi: bisogna rendere le scuole protagoniste del processo, coinvolgere le istituzioni del territorio e limitare il ruolo eccessivo dell’Invalsi. Aggiustamenti progressivi ogni tre anni. Il 20/11/2012 il Cnpi ha espresso il necessario parere sullo schema di Regolamento del Sistema nazionale di valutazione, approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri del 24 agosto scorso. Anche in tema di valutazione esterna delle scuole siamo indietro rispetto agli altri paesi europei che da tempo hanno attuato politiche di interventi. Al momento però, sostiene il Cnpi, la bozza appare “eccessivamente generica ed affrettata” e necessita di numerosi emendamenti. Ben 6 quelli proposti, fra integrativi, aggiuntivi e sostitutivi, che adesso spetta al Ministero recepire. L’importante è che si chiarisca il tipo di approccio: un impianto rigido non va bene, mentre è opportuno procedere periodicamente per “aggiustamenti progressivi”, utilizzando al meglio i contributi che possono emergere soprattutto dal confronto con le scuole, che non possono essere ridotte a puro “oggetto” della valutazione, ma vanno rese “protagoniste del processo”, in quanto titolari di una autonomia costituzionalmente garantita. La proposta è di una verifica ogni tre anni, allargata alla Conferenza Stato-Regioni e sentito il Cnpi. Un’osservazione critica inevitabile è proprio la mancanza nel Regolamento di qualsiasi riferimento al rapporto con le istituzioni del territorio, dal quale al contrario non si può prescindere per l’analisi e lo sviluppo di una scuola di qualità. Regioni ed autonomie locali sono soggetti “interessati” al miglioramento dei risultati delle scuole e pertanto debbono essere coinvolte nel processo di valutazione. Quanto alle famose tre gambe del Snv, l’Invalsi ha un ruolo centrale, forte e impegnativo, perfino “eccessivo”. Non condivisibile e problematico appare pertanto l’evidente “squilibrio fra i soggetti cardine del sistema”. L’Indire, da parte sua, “concorre” nella definizione e attuazione dei piani di miglioramento supportando le scuole, che comunque decidono autonomamente se avvalersi dell’Istituto nazionale o di altri soggetti, Università, centri di ricerca, associazioni professionali. Infine la gamba debole, quasi inesistente, è il Corpo ispettivo, che partecipa ai previsti Nuclei di valutazione, formati da un ispettore e da due esperti selezionati e formati dall’Invalsi. È necessario “ripensarne profilo e funzione”, dice il Cnpi, ma forse anche prevenirne l’estinzione fisica, visto che gli ispettori attualmente sono ridotti ad una quarantina, mentre in Francia ce ne sono 4.000, e il mitico Ofsted ne comprende 1.800 per visitare 22.000 scuole. Pur facendo le debite proporzioni, il confronto con l’Europa non regge. Non si fanno le nozze con i fichi secchi, dice il proverbio. Il Cnpi si esprime più autorevolmente, ma il concetto è lo stesso: “compiti e funzioni dei tre soggetti cardine richiedono un profondo lavoro di ristrutturazione/qualificazione e investimento, senza il quale verrebbero a mancare i presupposti per l’architettura di sistema”. La realizzazione poi del Snv “modificherà sensibilmente impegni, carichi di lavoro, profili ed organizzazione del lavoro del personale impegnato nelle istituzioni scolastiche”. La contrattazione dovrebbe trovare le soluzioni più opportune. Ma di questi tempi non si sa. |