Una malapianta anche se potata di Lucio Ficara, ScuolaOggi 14.11.2012 Il traguardo di fine legislatura è ormai all’orizzonte, i motori della campagna elettorale si stanno scaldando, ma nonostante tutto, la politica cosiddetta tripartisan (PD , PDL, UDC), sta portando a termine quello che ad inizio legislatura era stato politicamente proposto per la privatizzazione scuola pubblica italiana. Si tratta della proposta di legge Aprea, che viene definita una malapianta per la democrazia e la libertà d’insegnamento nella scuola pubblica. Valentina Aprea in questa XV legislatura ha dal 2008 fino al 2011 presieduto la Commissione cultura della Camera dei deputati, proponendo nel disegno di legge del 12 maggio 2008, le nuove norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti. Una proposta osteggiata pesantemente dal partito democratico, che ha sempre fatto muro, contro la sciagurata ipotesi che il disegno di legge Aprea potesse un giorno diventare legge a tutti gli effetti. Ricordiamo documenti scritti da attivisti del partito democratico che sostenevano, durante la presidenza Aprea della Commissione cultura, che l’omonima legge contenesse una visione per cui la dimensione pubblica, quindi universale, inclusiva, democratica, partecipativa, della scuola è il vero obiettivo da colpire, sostituendovi un regime individualistico e verticistico di formazione, affidato alle invisibili e potenti mani del mercato e della logica privatistica ed aziendalistica che contribuirà a rendere la scuola un privilegio e non più un diritto. In buona sostanza il partito democratico giudicava la legge Aprea come una malapianta per la democrazia e la libertà d’insegnamento. Cosa è cambiato da un anno a questa parte? Per cominciare, l’on Aprea ha lasciato la presidenza della Commissione cultura, per andare a svolgere l’attività di assessore all’istruzione in regione Lombardia, e poi la presidenza della Commissione cultura è passata alla democratica on. Ghizzoni. Con questo passaggio di testimone avvenuto nell’anno corrente, la proposta di legge 953, nota come legge Aprea, sta per essere approvata con il sostegno di buona parte delle forze politiche. L’on. Ghizzoni, non perde occasione di dire, vista l’opposizione fatta a questa legge per tre anni, che la legge è stata cambiata in alcune sue parti e adesso è una legge condivisibile. Sentite le proteste diffuse, che provengono dal mondo della scuola, ci sarebbe da dire che: una malapianta anche se potata resta sempre una malapianta. Infatti nella legge, anche rivista in alcune sue parti, resta sempre centrale la visione di una logica aziendalistica e privatistica, che determinerà l’addio della nostra amata scuola pubblica. |