"Pillole del sapere", la Guardia di Finanza Guido Del Duca da Polis Blog, 20.11.2012 Tutto è nato, come capita spesso, da una puntata di “Report”, quella di domenica scorsa in cui si è parlato tra le altre cose di appalti pilotati al MIUR, il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Un’inchiesta che, assieme ad alcuni articoli apparsi sul Fatto Quotidiano, hanno spinto la Guardia di Finanza ad aprire un fascicolo, e infatti oggi le Fiamme Gialle si sono presentate stamattina al Ministero per acquisire i documenti. Al centro di tutto ci sono le “pillole del sapere”, mini-filmati di 3 minuti acquistati lo scorso anno dal MIUR a costi spropositati. Le “pillole del sapere” sono un format creato dalla società Interattiva Media, che fa capo a Ilaria Sbressa, incidentalmente moglie di Andrea Ambrogetti, responsabile relazioni istituzionali Mediaset e presidente di Dgtvi. Come ricorda “Il Fatto”, la Sbressa aveva fondato in precedenza la società Interattiva srl, che avrebbe dovuto operare nell’ambito di ABC, la tv della Pubblica amministrazione pensata da Brunetta. Quando il progetto ABC si era arenato, la società della Sbressa era fallita. Ma lei non si era arresa, e con la nuova creatura nell’agosto 2011 riesce a entrare nel Consip, la “centrale acquisti” in cui la PA può acquistare prodotti senza gare d’appalto. Qualche mese dopo, il MIUR ordina l’acquisto di 12 “pillole” e 7 format, per un costo di circa 40.000 euro per ogni filmato di appena 3 minuti, composto solo da grafica. Oltre 700.000 euro per filmati che spiegano come funziona un semaforo, o cos’è il Portogallo. Una cifra altissima se si pensa che il progetto nell’ambito del quale sono stati acquistati i filmati, Edoc@work 3.0, assegnava in totale fondi per oltre 21 milioni di euro, e la Interattiva media è la società che ha ricevuto il finanziamento più alto, mentre aziende come Hp o Olivetti si sono dovute accontentare rispettivamente di 100.000 e 200.000 euro. E negli stessi mesi la Sbresso ha anche vinto un bando di 5 milioni di euro per la formazione e la ricerca. Tutto questo capitava tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, mentre il ministero era impegnato a tagliare 150.000 cattedre e diverse centinaia di migliaia di euro in fondi agli istituti scolastici. Per quanto riguarda le responsabilità, è già partito il rimpallo. L’ex ministro Maria Stella Gelmini aveva già rilasciato una dichiarazione nei giorni scorsi, quando l’inchiesta di Report era stata solo annunciata:
Il dottor Zennaro di cui parla è quel Massimo Zennaro che era stato
suo portavoce (a lui era stata attribuita la famosa gaffe del “tunnel
dei neutrini“) e che in qualità di dirigente del MIUR destinò
nel dicembre 2011 1,3 milioni di euro in prodotti multimediali (e
730.000 sarebbero poi finiti alle “Pillole”) prima di lasciare il
Ministero per diventare l’addetto stampa di Barbara Berlusconi.
Quindi sulla graticola per le “Pillole del sapere” – che sono state
già ribattezzate sul web “Supposte del sapere” – sono finiti gli
attuali dirigenti del Ministero, a partire dal ministro
Francesco Profumo, il quale ha assicurato che verrà fatta luce
sulla vicenda, ma che intanto è stato convocato d’urgenza per
un’audizione alla Commissione Cultura della Camera. |