Verso la terza Repubblica?/1.
Tra fermenti e annunci

da TuttoscuolaNews, n. 561 19.11.2012

E’ ormai probabile che dopo l’approvazione della Legge di stabilità (ex Finanziaria), prevista per Natale, il tempo di questa legislatura e dell’attuale governo sia finito, e già circolano ipotesi sulla data delle elezioni politiche, da tenere a marzo in un’unica data (Election Day) insieme alle amministrative, che riguardano Regioni importanti come la Lombardia e il Lazio.

Già nel mese di novembre 2011, quando il tecnico Mario Monti sostituì alla guida del governo il politico Silvio Berlusconi, si parlò di conclusione di un ciclo, di un’intera fase, quella iniziata nel 1994 all’insegna della bipolarizzazione del sistema politico e denominata perciò dai politologi ‘seconda Repubblica’, in contrapposizione con la prima, proporzionalista e governata da coalizioni di centro o di centro-sinistra. Si può considerare il governo Monti come un laboratorio, un’esperienza anticipatrice di una nuova fase, quella della ‘terza Repubblica’?

Diremmo di no perché il governo tecnico è nato più in negativo che in positivo, più perché nessuna delle due coalizioni, divise peraltro al loro interno, appariva in grado di assicurare una stabile e coerente azione di governo che per una convinta convergenza della ‘strana maggioranza’ ABC (Alfano, Bersani, Casini) sul programma del governo Monti.

Che infatti, nel tempo limitato in cui ha operato, se si prescinde dall’azione svolta in campo economico (con il grande merito di aver restituito credibilità al paese in campo internazionale), non ha introdotto novità di rilievo negli altri settori. Ne è un esempio la politica scolastica, che si è limitata a gestire alla meno peggio la difficile eredità Gelmini-Tremonti con la sola eccezione dell’indizione del concorso a cattedre, operazione coraggiosa ma realizzata in modo tormentato e non privo di contraddizioni. Più che un annuncio di terza Repubblica, l’epilogo rassegnato della seconda.