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Uno studente su quattro fa
o subisce cyberbullismo

 La Stampa, 27.11.2012

Uno studente su quattro di ave compiuto o subito atti di bullismo on line, in particolare il 23,50% dice averlo compiuto e il 26% di averlo subito.

Come il bullismo tradizionale, il cyberbullimo, ovvero il bullismo attraverso le nuove tecnologie, è un fenomeno complesso che si manifesta in vari modi, dal Flaming, dall’inglese “fiamma”, ovvero un messaggio elettronico di contenuto violento o volgare al harassment, molstie persistenti e ripetute, fonte di disagio emotivo e psichico, alla denigrazione o all’esclusione.

Le prevaricazioni online sono compiute per lo più dai maschi, che scrivono messaggi elettronici a contenuto violento (lo fa il 17,8% dei ragazzi contro l’8,7% delle ragazze), denigrano i compagni attraverso la rete (10,2% contro 6,9%) o creano identità fittizie per inviare messaggi a nome di altri, parlarne male e farsi raccontare cose sul loro conto (8,6% contro 4,1%).

È quanto emerge da una ricerca condotta dall’osservatorio sul cyberbullismo “Open eyes”, nato nell’ambito del piano nazionale “Più scuola meno mafia“del Ministero dell’Istruzione.

Secondo i dati diffusi oggi in un convegno nella sede del Miur, emerge che ra le forme di prevaricazione sul web, rilevate intervistando un campione di 2.419 ragazzi, c’è anche l’esclusione dal gruppo di amici, dalla chat o da un gioco interattivo, compiuta dall’8,4% dei maschi e dal 3,8% delle femmine.

La ”rete” fa parte della quotidianità dei giovani, che la usano per comunicare (80,5%), fare “surfing“ (52,3%), giocare online (40,5%), studiare (33,3%), conoscere nuove persone (18%) o progettare siti (8,5%): «le prepotenze online possono verificarsi in qualsiasi momento e da qualsiasi parte avverte l’Osservatorio - trasformandosi talvolta anche in cyberstalking».

Il cyberstalking è un insieme di persecuzioni commesse con l’intento di nuocere attraverso sms,mms, mail, chat, immagini o video diffusi on line. Chi subisce cyberstalking si trova in un continuo stato d’ansia ed è costretto a mutare le proprie abitudini, a non usare più i social netwrks, a cambiare il proprio numero di telefono e l’indirizzo email.

«Nel 2011 - ha affermato la responsabile dell’Osservatorio europeo della violenza a scuola, Chaterine Blaya - il 19% dei ragazzini europei ha subito qualche forma di bullismo online o offline. Nel caso dell’Italia sono l’11%».

Contro le forme di bullismo e cyberbullismo «ci sono vaste esperienze nelle scuole e buone pratiche. La maggior parte delle situazioni critiche si scioglie grazie alla competenza dei professori, dei genitori e delle associazioni dei genitori». Lo ha detto il sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria al convegno.

«La scuola - ha aggiunto - da anni affronta il tema. I nuovi media stanno diventando un veicolo per questi fenomeni. Ci vuole grande attenzione e la soluzione è in corso. Spesso c’è un lavoro nelle scuole che libera i ragazzi dalle loro difficoltà».