Quello sconto sull’orario da Tuttoscuola, 12.11.2012 A margine del dibattito sull’aumento dell’orario dei professori e sulla ricerca di nuovi risparmi che possano evitare il guaio delle 24 ore, Tuttoscuola.com ha ospitato sulla piattaforma DISQUS un interessante dibattito tra i lettori a proposito della riduzione della durata delle lezioni (5 o 10 minuti di orologio in meno che possono cumularsi in due-tre ore non prestate a settimana). Dopo aver premesso che sulle situazioni in atto occorrerebbe una verifica, c’è chi ha sostenuto che le ore non lavorate e non recuperate potrebbero costituire un risparmio di vari milioni (non pagandole o riversandole sulle ore di recupero), utilizzabili per far fronte all’emergenza finanziaria emersa dalla legge di stabilità. Un lettore cita il CCNL per ricordare che le ore non prestate devono essere sempre recuperate. Il Regolamento sull’autonomia consente effettivamente di ridurre la durata della lezione e prevede che il non lavorato sia obbligatoriamente recuperato, ma questo non vale quando la riduzione d’orario è dovuta a cause di forza maggiore (esempio, orari dei trasporti). È sembrato che da parte di qualcuno non ci sia ancora un’esatta conoscenza del problema del mancato recupero delle ore non prestate. È una questione che non riguarda, ad esempio, la scuola media e, ancor meno, la scuola primaria. Invece negli istituti superiori (in particolare, tecnici e professionali) che hanno un robusto orario di lezione, si ricorre ancora alla riduzione dell’ora di lezione per evitare i rientri pomeridiani. Il CCNL, rimandando a una vecchia circolare del 1979, consente ai docenti di non recuperare le ore non prestate. Se e quando il CCNL cancellerà questa norma (vi sono già collegi dei docenti che rifiutano questo sconto), quelle ore non prestate potranno diventare una risorsa da spendere per progetti, attività laboratoriali, recupero. Ci guadagneranno gli studenti e la considerazione del lavoro degli insegnanti, che con maggiore forza potranno invece richiedere più considerazione e riconoscimento anche economico del proprio ruolo. |