No, caro Lodoli!

di Maurizio Tiriticco Educazione & Scuola 1.11.2012

Non è affatto vero che ormai l’Umanesimo sia giunto alla sua fine! Almeno così si esprime il titolo de “la Repubblica” di ieri 31 ottobre! E a caratteri cubitali! Vado a vedere l’incipit e leggo che una professoressa lamenta di non esistere più, di essere diventata invisibile! “Entro in classe, comincio a spiegare e subito mi accorgo che nessuno mi ascolta!… La mia voce non gli arriva, parlo e vedo le parole che si dissolvono nell’aria e dopo un poco mi sembra che anch’io mi dissolvo”. Mi chiedo: la stessa cosa non potrebbe dirla anche la professoressa di matematica? E allora anche la cultura scientifica si sarebbe dissolta? Ma che test è, caro Lodoli? Due insegnanti che insistono nel fare la lezione di sempre possono costituire un test per saggiare lo stato della cultura e della ricerca nel nostro Paese? Non viene in mente alla nostra collega che forse è la sua lezione che ammorba e non i contenuti che intenderebbe “trasmettere”? Lo so che un vecchio e stantio adagio considera la cultura come un qualcosa che si trasmette e che l’insegnante sarebbe il mezzo per questa trasmissione! Ma è proprio così? Forse una volta poteva essere così! L’alunno era un numero riportato su un registro, braccia conserte su un banco scomodissimo, grembiule nero e fiocco bianco, zitto e mosca, come si suol dire. E l’insegnante che in/segna, che lancia parole che dovrebbero segnare la testa dell’alunno! E poi interroga per verificare che ciò che ha detto sia stato debitamente segnato, registrato, restituito! La scuola di un tempo, della cattedra e dei banchi, di chi parla e di chi ascolta! Ma è proprio vero che questo modello di scuola sia ancora valido e produttivo? Sempreché lo sia stato anche nel passato? Alla tua professoressa, di lettere o di matematica, non viene in mente che anche le cose più interessanti del mondo, quando dette e raccontate, possano solamente annoiare e ammorbare?

Molti anni fa l’unico modo per accedere a un qualcosa di culturale era la scuola: giornali, riviste, libri erano solo per pochi; e non c’era né radio ne telefono né la televisione! E neanche la luce elettrica! E l’Umanesimo, quello della nostra proff, riguardava più o meno l’un per cento della popolazione. Se il 90% della forza lavoro – appena 100 ani fa – attendeva al lavoro dei campi, che necessità aveva di leggere, scrivere e far di conto? Le tecniche di lavorazione erano trasmesse praticamente di padre in figlio! E l’analfabetismo raggiungeva quote percentuali altissime! E l’Umanesimo? Ma che roba è? Finalmente venne la scuola! E insegnare a leggere e scrivere, trasmettere cultura e “fare lezione” erano forse funzionali a quel contesto socioculturale assolutamente deprivato, ma oggi?! Tutto è profondamente cambiato! Tutto soprattutto nella testa, negli atteggiamenti e nei comportamenti dei nostri ragazzi, esposti quotidianamente a stimoli di diversa natura e di forte impatto! Come possiamo pensare che a scuola si possa tenere una lezione come si poteva e, forse, si doveva fare un tempo? Lo spazio vitale di un tempo era piccolo piccolo! Anche per me negli anni Trenta dello scorso secolo l’Africa e l’America erano terre lontane, immaginate e sognate! Le coordinate spazio-temporali in cui si muovevano i nostri nonni erano estremamente ristrette: la stessa Milano era lontana da Roma anni luce; e il tempo o era quello di ieri o quello della storia raccontata dai libri, o meglio dai libri di testo che spesso erano gli unici che “abitavano” in una casa! La lezione cattedratica era qualcosa di insolito, di nuovo, a volte anche di coinvolgente! Ma oggi? Quanti sono gli stimoli a cui sono esposti i nostri ragazzi? Lo spazio soprattutto sembra non avere più confini e Sharm el Sheik è alla portata di mano! Un tempo a volte si viveva un’intera vita senza avere mai visto il mare!

E allora di che si lamenta la nostra professoressa di lettere? L’Umanesimo è morto perché una classe intera si abbiocca costretta ad ascoltare le sue parole? Non andiamo oltre a scomodare i massimi sistemi! Non è morto l’Umanesimo! Non è morta la ricerca scientifica! E’ morto un modello di scuola! E’ morto un modello di insegnamento! Non le viene in mente che la cultura non si trasmette, ma si sollecita, si accende, si provoca, si fa costruire, si costruisce insieme? Si è mai chiesta la proff di Lodoli che cosa sia la didattica laboratoriale? Non sta a me entrare nel merito! Ma sia le Indicazioni nazionali che le Linee guida – le conosce la nostra proff? – ne parlano diffusamente! E dovrebbero porre qualche interrogativo alla nostra proff! Che si lamenti di meno e che si aggiorni di più! E impari a stabilire rapporti diversi con i suoi alunni! E vedrà che saranno capaci di appassionarsi! Purché i nostri ministri la piantino di tagliare fondi alla scuola di cui , invece, ha un estremo bisogno! Anche per aggiornare la nostra proff!