IL CASO

Inno, è obbligatorio impararlo a scuola
Senato dà ok: 17 marzo giornata Unità d'Italia

Con 208 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti, l'Aula ha dato il via libera alla legge che istituisce la nuova festività e prevede l'insegnamento del testo di Mameli. Forti proteste della Lega: "Nemmeno Bokassa avrebbe avuto questo coraggio. Si risveglia lo spirito balilla"

 la Repubblica, 8.11.2012

ROMA - D'ora in poi sarà più difficile notare sportivi che rimangono in silenzio o persone che inseriscono parole a caso mentre suona l'inno di Mameli: impararlo a scuola è obbligatorio. Il Senato, infatti, tra le accese proteste della Lega, ha dato il via libera definitivo al ddl che prevede l'insegnamento dell'inno tra i banchi. La norma, che è passata con 208 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti, istituisce inoltre il 17 marzo giornata nazionale dell'Unità d'Italia, della Costituzione, dell'inno nazionale e della bandiera.

In base al testo approvato oggi, a partire dal prossimo anno scolastico, nelle scuole di ogni ordine e grado saranno organizzati "percorsi didattici, iniziative e incontri celebrativi finalizzati ad informare e a suscitare riflessione sugli eventi e sul significato del risorgimento nonché sulle vicende che hanno condotto all'unità nazionale, alla scelta dell'inno di Mameli, alla bandiera nazionale e all'approvazione della Costituzione, anche alla luce dell'evoluzione della storia europea".

Lo scopo che si prefigge la legge con l'istituzione di questa nuova festività (che non avrà comunque effetti civili, non sarà insomma un giorno di vacanza o di ferie) è quello di "ricordare e promuovere" nella giornata del 17 marzo, data della proclamazione nel 1861 a Torino dell'unità d'Italia, "i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e consolidare l'identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica".

Le proteste della Lega.
Accese le proteste della Lega prima dell'approvazione del testo. Alcuni senatori hanno lasciato l'Aula prima del voto. "L'Italia è come il Titanic: le aziende chiudono, le famiglie faticano a pagare l'Imu e si tagliano i fondi per gli studenti disabili, ma il Parlamento trova tempo per imporre l'inno di Mameli per legge nelle scuole. Come Lega chiediamo che l'inno venga suonato obbligatoriamente ogni giorno anche in tutte le sedi di Equitalia e dell'Agenzia delle entrate", ha affermato il segretario nazionale della Lega Nord-Lega Lombarda, Matteo Salvini. "Siamo arrivati all'educazione di Stato, come in Unione sovietica - ha detto polemicamente Massimo Bitonci, capogruppo della Lega in Commissione bilancio alla Camera -. Nelle scuole italiane non si spende una parola per raccontare cos'è stato il plebiscito truffa del 1866 (voto palese, risultato bulgaro, 647.426 sì, 69 no) o per ricordare che la Serenissima Repubblica è stata la prima ad abolire la schiavitù e a permettere ad una donna, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, di frequentare l'università e laurearsi".

Ancora più pungente la critica del senatore del Carroccio Paolo Franco: "Gli schiavi di Roma hanno gioito oggi per l'approvazione fraudolenta dei disegni di legge sul l'insegnamento dell'inno di Mameli e della seconda festa dell'Unità d'Italia. Seconda perché già c'è quella del IV novembre, appunto, festa dell'Unità nazionale e delle forze armate". La protesta della Lega era iniziata già ieri, quando Roberto Castelli aveva sottolineato come "fin da bambino" non si era "mai sentito italiano".

Oggi a rincarare la dose ci ha pensato anche Alessandro Vedani che, dopo aver ascoltato alcuni dei sui colleghi ha esordito così: "Credo che nemmeno Bokassa abbia avuto il coraggio di fare e di dire quello che ho sentito in quest'Aula". Poi ha spiegato: "Bokassa, imperatore dell'impero centrafricano, che si credeva un po' Napoleone ed era leggermente egocentrico, aveva un rispetto per l'opinione altrui talmente elevato che metteva i suoi detrattori, coloro che non la pensavano come lui, nel frigorifero e li mangiava poco a poco. Così faceva la sua dispensa personale". E non sono mancate ulteriori bordate: "Qui si è scelto di fare il lavaggio del cervello ai bambini. Bello. Complimenti - ha attaccato Vedani-. Con questa legge si risveglia lo spirito 'balilla', diciamola così. È Impressionante la standing ovation che c'è stata da parte di molti senatori nei confronti di discorsi estremamente patriottardi, discorsi che potevano ben essere imputati a un tale Benito". E allora "perché non si propone a questi bambini, che crescono così belli e liberi, una divisa, con le braghette verdi, la maglietta bianca e il cappellino rosso?", ha concluso.

A smorzare i toni ha provveduto, in serata, Roberto Maroni che, durante il videoforum di 1Repubblica tv:"Quando si canta, purché non sia stonato, per me va sempre bene...". Al segretario della Lega è stato fatto presente che i senatori della Lega hanno votato contro. "No - precisa Maroni - sono usciti".

Le reazioni
. "Senatori del Parlamento italiano, magari ex ministri, non possono affermare di non sentirsi italiani. È vergognoso", ha detto il senatore Udc Achille Serra intervenendo in Aula. Attribuisce 'grande valore storico' alla decisione presa dal Senato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "Da oggi - ha detto - il 17 marzo diventa il giorno di tutti gli italiani che, attraverso una memoria finalmente condivisa, avranno la possibilità di riaffermare i valori dell'identità nazionale". Per il coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La Russa, l'inno è parte integrante della nostra storia: "È importante che proprio a scuola, culla dell'insegnamento e della cultura, i giovani possano imparare non solo il testo, ma ciò che esso rappresenta per tutti gli italiani". "Con questo ddl - ha detto il senatore del Pd Antonio Rusconi - alle scuole è affidato un compito importante: recuperare e rinnovare le radici di una Nazione, dei sacrifici compiuti e di quelli che si è ancora disposti a compiere insieme''.