Valutazione in discussione/2.
Valutare tutti o a campione?

da TuttoscuolaNews, n. 529 26.3.2012

Tra i 578 emendamenti presentati in commissione Affari Costituzionali del Senato al decreto sulle semplificazioni, già approvato dalla Camera (la decisione sulla loro ammissibilità è programmata per il 26 marzo), ce n’è anche uno che tocca non la valutazione didattica ma quella di sistema.

È quello depositato da parlamentari dell’Idv e, sorprendentemente (almeno sul piano politico), del Pd, sostitutivo dell’art. 51, comma 2, che rende obbligatorie per 3 milioni di studenti all’anno le prove di valutazione standardizzate predisposte dall’INVALSI. Si tratta delle prove di italiano e matematica attualmente previste per le classi seconde e quinte della primaria, prime della secondaria di primo grado e seconde di quella di secondo grado.

L’emendamento, promosso nelle scorse settimane da 13 associazioni che hanno raccolto l’adesione online di quasi tremila tra insegnanti, genitori e studenti, è finalizzato a “rendere i test più scientifici (a campione, come nel resto d’Europa), più fruibili per le scuole (per favorire il processo di autovalutazione) e contenerne i costi che l’art. 51 intende scaricare sulle scuole e sui docenti, obbligandoli a gestirli gratuitamente”.

Tra le motivazioni indicate manca quella che ha spinto molti insegnanti a sottoscrivere la proposta di emendamento, il carattere aggiuntivo e gratuito della prestazione richiesta. E non viene spiegato come e perché il metodo campionario favorirebbe l’autovalutazione nelle scuole che non fanno parte del campione.

Probabilmente, anche se non la si esplicita, esiste da parte dei sostenitori dell’emendamento (non, crediamo, da parte del Pd) una ostilità di principio alla valutazione tramite test, che è peraltro oggetto di dibattito anche a livello internazionale.