I precari sono ancora tanti, troppi

 Tuttoscuola, 18.3.2012

Nel comunicato stampa con il quale il Miur ha chiuso l’incidente dei 41 mila insegnanti che non sono in classe, sono stati riportati i dati del personale docente in servizio nelle scuole statali, con il dettaglio del personale di ruolo e di quello a tempo determinato. Dati che consentono più di una riflessione, a cominciare dai precari.

La precarietà nella scuola è dura a morire, nonostante i buoni propositi dell’Amministrazione scolastica. In quest’anno scolastico sono 106.272 i docenti che siedono in cattedra con contratto a tempo determinato per tutto l’anno scolastico o fino al termine delle attività didattiche.

Un terzo di quei docenti, esattamente 35.750, sono nominati su posto di sostegno.

Dopo aver toccato quota 152.375 nel 2006-07 (17,9% di tutti i docenti in cattedra), i docenti con contratto a tempo determinato si erano gradualmente ridotti di numero, scendendo l’anno dopo a 141.735 (16,8%) e ancora negli anni successivi con decrementi annui tra le 10 mila e le 15 mila unità. La tendenza lasciava prospettare un lento ma sicuro contenimento del precariato che lasciava prevedere condizioni meno difficili per tentare una certa stabilizzazione e ridurre il precariato a livelli fisiologici.

Ma nell’ultimo biennio, anche per effetto dell’annullamento del tetto massimo dei posti di sostegno che ha provocato una specie di liberalizzazione di quei posti, il numero dei precari della scuola ha continuato sì a diminuire, ma non troppo, rimanendo ampiamente sopra le 100 mila unità, con una incidenza complessiva sul totale dei docenti in cattedra che sfiora il 14%, circa un docente precario ogni sette.

Quei dati che hanno accompagnato il precariato negli ultimi sei anni dimostrano che il problema non ha facili soluzioni, ma riteniamo che il ministro Profumo, pur nel breve tempo di mandato che gli resta, potrebbe provarci, a cominciare dal cercare di dare stabilizzazione al sostegno.

Anziché 10 mila posti in più, come era stato proposto, si potrebbe provare ad incrementare l’organico di diritto dei docenti di sostegno.