Fornero tira dritto:
riforma necessaria dopo le pensioni

D.Col. Il Sole 24 Ore, 17.3.2012

La nuova riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, «imprescindibile dopo la riforma delle pensioni», serve a liberare energie positive ma da sola non basterà per la crescita del Paese. Per far tornare l'economia italiana sulla strada dello sviluppo non basta combattere la precarietà e l'esclusione, deve aumentare stabilmente l'occupazione di qualità e la produttività di tutti i fattori, perché sono queste le uniche leve su cui si può contare in un Paese penalizzato da una transizione demografica più intesa rispetto a quella degli altri partner europei.

Ieri Elsa Fornero ha parlato dell'importanza strategica della riforma su cui è impegnata ormai da mesi in termini generali e in un'occasione particolarissima, la sesta edizione della cerimonia per il Premio Marco Biagi, organizzata dal Resto del Carlino a Bologna in coincidenza con il decennale dell'assassinio del giuslavorista autore del Libro Bianco da cui è scaturita la legge 30 del 2003. Chiamando in causa il professore ucciso da un commando Br il 19 marzo 2002, il ministro s'è detta convinta che in questa riforma «non c'è un'assenza di Marco Biagi, anzi c'é continuità in molti aspetti, gli stessi che noi cerchiamo di portare negli accordi coi sindacati». L'auspicio, in queste ultime fasi della trattativa, è che prevalga la concordia: «vogliamo andare ad un accordo che superi le divisioni e le impostazioni un pò ideologiche», ha aggiunto Fornero, sapendo che in questo momento esistono le circostante favorevoli per una riforma di ampia portata. Se ne riparlerà oggi a Milano, nel corso di un incontro informale con tutte le rappresentanze delle parti sociali.

Ieri il ministro ha anche messo in guardia sul carico eccessivo di aspettative che si sono cumulate nelle ultime settimane: «quasi che la riforma fosse la soluzione taumaturgica di ogni male, la medicina risolutiva». I nostri «mali italiani sono profondi – ha poi aggiunto – e hanno bisogno di medicine diverse e a diverso grado di contrasto della malattia». Tra i diversi capitoli della riforma Fornero ha scelto la nuova Assicurazione sociale per l'impiego (Aspi), l'ammortizzatore universale contro il rischio disoccupazione, per descrivere come grazie a strumenti come questo si possa uscire da uno schema di regole «che oggi non tutela i lavoratore ma spesso, come nel caso della mobilità, lo tiene legato a un'impresa in crisi che non ha più futuro».

Poi, rivolgendosi al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, che è anche il numero uno della Conferenza delle Regioni, il ministro ha chiesto il massimo sforzo per l'adeguamento di tutta la struttura delle politiche attive per il lavoro e anche delle nuove regole dell'apprendistato, sui cui è in corso la definizione delle offerte formative previste dal nuovo Testo unico approvato con il decreto legislativo dell'anno scorso.

Le Regioni sono impegnate in questo sforzo per un riformismo non generico «ma coraggioso e responsabile», ha risposto Errani aggiungendo che «il cambiamento in questo Paese riguarda tutti, e nessuno può dire di averlo già fatto. Lei sa - ha chiarito rivolgendosi alla Fornero - di poter contare su questo sforzo». Ec rispetto all'appello alla concordia lanciato precedentemente dal ministro del Lavoro, Errani ha ribadito: «È arrivato davvero il momento della concordia, di uscire tutti insieme dal '900 ed entrare nel nuovo secolo».