Profumo, l'istruzione tecnica Serve un nuovo orientamento per i ragazzi La Stampa, 6.3.2012
torino «Nel nostro Paese - ha aggiunto Profumo - il deficit annuo di tecnici intermedi è di circa 110mila unità. Le aziende non trovano le professionalità tecniche di cui necessitano e questo “disallineamento formativo” costituisce un ulteriore elemento di debolezza nella competitività internazionale. È sempre più necessario, allora, un raccordo tra mondo del lavoro e istruzione, attraverso un investimento nella formazione tecnico-professionale sia a livello di scuola superiore sia a livello di percorsi post-diploma». Secondo il ministro Profumo, «l’Italia sconta un ritardo storico nella formazione tecnico-professionale rispetto ad altri Paesi europei, come la Germania, sia dal punto di vista dell’eccessivo numero di studenti che seguono il percorso liceale sia in termini di sistema di relazione tra scuola e realtà socio-economica». «Ciò che va superata, in prima battuta - ha proseguito Profumo - è una tara ideologica del passato, che privilegiava esclusivamente la formazione generalista e liceale. La cultura tecnica dell’Italia invece è un patrimonio inestimabile e continua a rappresentare un asset strategico per il nostro Paese. Per troppi anni la si è confinata in secondo piano. Oggi occorre ridarle quella dignità, che ha permesso di formare in Italia nei decenni passati professionisti di livello mondiale. È indispensabile fare un progetto complessivo sulla formazione tecnico-professionale che coinvolga le scuole, le aziende, i sindacati, e i territori con le loro singole specificità. Va migliorata la connessione tra scuola e azienda con un lavoro di dettaglio, e con al centro la figura dello studente da “accompagnare” nel suo percorso». Il ministro Profumo ha, quindi, spiegato che «l’obiettivo è quello di creare occasioni di autentico orientamento, per i ragazzi e per le famiglie, la cui assenza è causa principale della dispersione e del mancato raggiungimento dei più alti gradi dell’istruzione». |