SCUOLA/1.
Gelmini: precari, sventata una intervista di Paolo Nessi a Mariastella Gelmini, il Sussidiario 8.3.2012
Il suo peregrinare
sembra giunto al termine; c’è, infine, l’intesa sull’emendamento
all’articolo 50 del Dl semplificazioni sugli organici della scuola.
Dopo una serie di rimandi, le commissioni Affari costituzionali e
Attività produttive della Camera hanno dato l’ok alla norma. E’
stata espunta, tuttavia, dal testo, l’indicazione di assumere 10mila
precari, già rigettata, in una prima fase, dalla commissione
Bilancio e dal Governo dopo esser stata, invece, promossa dalla
commissione Attività produttive. A questo punto, eventuali
incrementi dell’organico competeranno al Fondo per il merito e la
qualità detenuto dal ministero dell’Istruzione. Niente aumento delle
accise su birra e alcolici, quindi, per coprire la stabilizzazione
di nuovo personale scolastico. Mariastella Gelmini spiega lo spirito
e la dinamica che hanno condotto alla messa a punto del
provvedimento.
Si tratta di posti
che non disponevano, anzitutto, di alcuna effettiva copertura. La
proposta del Pd avrebbe sortito l’effetto di perpetrare gli errori
di un tempo. Non proporzionare gli ingressi al fabbisogno effettivo,
infatti, è una delle cause che ha determinato, nel passato,
l’ingente debito pubblico di oggi.
Credo si
trattasse, prevalentemente, di una “marchetta” al suo elettorato. Ma
ribadisco: è finita la stagione dell’ampliamento delle piante
organiche e della stabilizzazione dei precari. Per il semplice
motivo che non ci sono più i soldi.
E’ stato il frutto
di una mediazione virtuosa che ha permesso di rendere permanente il
Fondo quando, per come erano scritte inizialmente le norme in
Finanziaria, il ministero dell’Istruzione avrebbe corso il rischio
di doverlo cedere a quello dell’Economia.
Di un fondo da 950
milioni di euro utilizzabili per progetti relativi alla qualità,
contro il bullismo, in favore dei disabili o per rafforzare
l’offerta formativa. E’ possibile, come già avveniva in passato,
utilizzare tali risorse in casi eccezionali; ovvero, assumendo
qualche insegnante in più, laddove vi sia necessità di farlo perché
in carenza di posti in organico. Va da sé che prendere qualche
docente in più in casi di urgenza è cosa del tutto diversa dallo
stabilizzare d’un tratto, come si faceva durante la Prima
Repubblica, 10mila precari.
Esatto. Continuare
a stabilizzare i precari delle graduatorie, consentendo loro,
quindi, di occupare tutti i posti disponibili, avrebbe precluso sin
dal principio la possibilità per i giovani aspiranti insegnanti di
accedere alla docenza.
Personalmente,
sono molto soddisfatta. Come Pdl, agendo di concerto con il
ministero dell’Economia – in particolare con il viceministro Grilli
– ci è stato possibile impedire l’assunzione e, al contempo,
garantire i fondi per la qualità.
Tanto per
cominciare, non è vero che in commissione Attività produttive, dove
era stata affrontata la questione, ci fosse stata unità d’intenti;
Pd e Pdl hanno votato in maniera differente. L’unanimità c’è stata
esclusivamente sulla norma relativa all’organico funzionale. Ripeto:
il Pdl è stato sempre contrario alla stabilizzazione dei 10mila
precari.
Da un lato sono
stati sbloccati i Tfa, dall’altro resta in piedi la questione delle
graduatorie che dovranno, prima o poi, esaurirsi. Il ministro
Profumo, dal canto suo, ha manifestato l’intenzione di metter mano
al reclutamento, attraverso dei concorsi. Si tratterebbe di
un’operazione positiva. In tal caso, comunque, ci riserveremmo di
valutare la sua proposta nel dettaglio. E’ vero. La normativa relativa ai Tfa applicata dall’attuale ministro è la stessa contenuta nella riforma varata dal governo di cui ho fatto parte. |