IL CASO
"Soldi, ma a seconda dei risultati" La richiesta della commissione Cultura al governo di modificare il decreto sullo sviluppo. Il progetto del Ministero di rivoluzionare i parametri sulla valutazione degli istituti Salvo Intravaia la Repubblica, 6.3.2012 Soldi alle scuole, ma in base ai "risultati ottenuti". È quello che chiede la commissione Cultura della Camera al governo Monti per "l'eventuale ridefinizione degli aspetti connessi ai trasferimenti delle risorse alle scuole" contenuta nel decreto-legge sullo Sviluppo, in fase di conversione in Parlamento. Nell'approvare gli articoli riguardanti la scuola nel provvedimento su crescita e semplificazione, la VII commissione ha chiesto infatti al governo che "si tenga conto, nell'erogazione dei finanziamenti (alle istituzioni scolastiche, ndr), dei risultati ottenuti". Una posizione che, se dovesse essere accolta, potrebbe fare la fortuna di alcuni istituti e decretare il tonfo di altri. Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, con il progetto sperimentale Vales (Valutazione e sviluppo Scuola), ha già intrapreso questa strada. Con Vales il ministero tenterà di valutare la ricaduta del processo di insegnamento sugli apprendimenti degli alunni, tenendo ovviamente conto del contesto socio-economico culturale in cui ricade la scuola. E si prefigge di rilanciare l'autonomia scolastica rapportando i finanziamenti del progetto in base agli obiettivi da raggiungere. Ma da Montecitorio arriva la richiesta di "premiare" le scuole virtuose con più soldi. Il ministero sta studiando la questione ma non ha ancora fatto sapere come intenderà procedere. L'articolo 50 del decreto Sviluppo però parla chiaro: "Allo scopo di consolidare e sviluppare l'autonomia delle istituzioni scolastiche, potenziandone l'autonomia gestionale secondo criteri di flessibilità e valorizzando la responsabilità e la professionalità del personale della scuola", entro 60 giorni, il ministro Profumo emanerà un decreto che, tra le altre finalità, perseguirà quella di potenziare "l'autonomia delle istituzioni scolastiche, anche attraverso l'eventuale ridefinizione, nel rispetto della vigente normativa contabile, degli aspetti connessi ai trasferimenti delle risorse alle medesime, previo avvio di apposito progetto sperimentale". Già oggi, il finanziamento che le scuole ricevono dallo stato non consente di svolgere tutte le attività programmate dal Piano dell'offerta formativa e parecchi istituti adottano il fai da te, scaricando sui genitori una buona parte delle spese per le attività pomeridiane facoltative (viaggi e gite d'istruzione, corsi pomeridiani ed altro) che in questo modo diventano appannaggio soltanto di coloro che possono pagarsele. Resta da capire in che modo si dovrebbero misurare i "risultati ottenuti". In base alle promozioni o in base alle performance nei test Invalsi e Ocse Pisa? In questo caso, con tutta probabilità, interverrà il metodo del "valore aggiunto", in grado di determinare gli eventuali progressi compiuti dagli alunni da quando entrano in una scuola a quando ne escono. |