Scuola, pronta la mappa dei tirocini

di Gianni Trovati Il Sole 24 Ore, 17.3.2012

Via libera definitivo alla mappa dei «tirocini formativi attivi», cioè la nuova strada disegnata dalla riforma per arrivare all'abilitazione per l'insegnamento nelle scuole medie e superiori (la secondaria di I e II grado).

I numeri sono quelli attesi, e prevedono 20.067 posti (4.275 per la secondaria di I grado, il resto alle superiori; si veda anche Il Sole 24 Ore di lunedì 12 marzo). Il decreto firmato dal ministro dell'Università, Francesco Profumo, però, fa un passo in più, e fissa la distribuzione dei tirocini nei vari atenei e nelle diverse classi d'insegnamento previste dall'ordinamento.

La firma del decreto attuativo completa così l'architettura della nuova strada per diventare insegnanti, rimasta monca dal 2008 dopo l'abolizione delle vecchie Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario (Ssis): ora la palla passa alle università, che devono predisporre le attività e soprattutto mettere in piedi le prove selettive previste per il prossimo mese di giugno.

Nel nuovo quadro, per l'abilitazione nella scuola dell'infanzia e in quella primaria (le ex elementari) occorre la laurea quinquennale a ciclo unico in scienze della formazione. I «tirocini formativi attivi» (Tfa) sono invece l'ultimo passaggio curricolare per chi aspira alla cattedra alle medie o alle superiori, e deve quindi passare da un anno (post laurea magistrale) il cui carattere «attivo» è rappresentato soprattutto dalle 475 ore di stage presso una scuola.

L'avvio della macchina si è incagliato a lungo nella fissazione delle regole del nuovo tirocinio e nella distribuzione dei posti, fase da cui parecchi atenei sono usciti "insoddisfatti". Il numero maggiore di tirocini è previsto nel Lazio (3.285 posti) e in Lombardia (2.807). In ogni ateneo, la geografia dei posti si articola poi nelle varie classi di insegnamento: sono quattro per le medie (italiano, storia e geografia; matematica e scienze; tecnologia; lingue straniere), mentre nelle superiori il quadro è più complesso perché le diverse aree di studio si dividono anche in specializzazioni tagliate su misura per i diversi ordini di scuola.

L'appuntamento, ora, è per le selezioni, che dovrebbero tenersi nel mese di giugno presso le università dove saranno organizzati i tirocini: un appuntamento che, dopo quattro anni di stop, sarà probabilmente preso d'assalto da un numero di aspiranti molto superiore ai posti disponibili. Le prove saranno distinte in tre capitoli: il primo, uguale in tutta Italia, sarà basato su un test preparato dal ministero, mentre il secondo e il terzo, vale a dire la prova scritta e quella orale, cambieranno da università a università.

La firma del decreto non chiude comunque il cantiere dei nuovi tirocini, perché gli atenei dovranno anche organizzare il "reclutamento" degli insegnanti chiamati al ruolo di tutor.
Definito il quadro della formazione, poi, restano da fissare le nuove regole per il reclutamento: un altro tassello che manca da anni, e che è indispensabile per evitare che i Tfa si trasformino in un vicolo cieco.