Scuola: la politica del ministro Profumo in perfetta continuità con quella dell’ex-ministro Gelmini Lucio Ficara, 1.3.2012 Dopo i cento giorni di governo Monti, mi sento di poter affermare che la politica attuata dal ministro Profumo, per tentare di risolvere gli atavici problemi del mondo della scuola italiana, è in perfetta continuità con quella, aspramente criticata da molti esperti di scuola, dell’ex-ministro on. Gelmini. Abbiamo ascoltato, dalla nascita repentina del governo dei professori, tante interviste rassicuranti , da parte del ministro Profumo, che ha riconosciuto l’importanza del ruolo, che è troppo sottostimato e sottovalutato , della classe docente italiana, che invece va valorizzata ed incentivata adeguatamente. Abbiamo ascoltato, dalla sua viva voce, della urgente necessità di investire risorse umane ed economiche, in particolare per le scuole del sud, al fine di abbattere l’alta percentuale di abbandono scolastico, ma anche per mettere in sicurezza le moltissime scuole fatiscenti e poter puntare, con determinazione, su una scuola che sia adeguatamente informatizzata e digitalizzata per tutti gli studenti italiani. A questi annunci melodici, corrispondono provvedimenti, presi o mancati, fortemente stonati. Infatti, personalmente, lamento quanto segue: 1. La promessa di trovare i fondi per assicurare gli scatti di anzianità di chi li ha maturati entro l’anno 2011, è rimasta tale. Alla faccia della valorizzazione ed incentivazione della categoria docente, a cui non viene nemmeno garantito il diritto ( contrattuale) acquisito di vedersi riconosciuto, dopo sei anni di servizio prestato, il dovuto scatto di anzianità. 2. Continuare, così come fatto dal suo predecessore, a non rinnovare il contratto collettivo nazionale, scaduto ormai da oltre 2 anni. 3. Mantenere in piedi tutti i tagli effettuati dal suo predecessore, legando il teorico organico funzionale, che avrà inizio dal 2013-2014, all’art.64 del dl 112/2008 di gelminiana memoria, generando un effetto domino di soprannumerarietà ed esuberi. 4. Non applicare, come avviene per le aziende private, la possibilità alla classe, docente e non docente della scuola, nata nel 1952, di poter acquisire il diritto di andare in pensione. 5. Il consentire in Lombardia, anche se in via sperimentale ( sappiamo dal esperienza Marchionne cosa vuol dire), un reclutamento di tipo autocratico e autoreferenziale, abolendo l’equità del reclutamento secondo graduatoria. 6. L’infrazione, anche sul ultimo contratto di mobilità 2012-2013, dovuta al non applicare la direttiva UE 1999/70 CE. 7. Un completo disinteressamento riguardo la stabilizzazione, su tutti i posti disponibili, dei precari inseriti nelle GAE. Questo governo è nato con la promessa , pronunciata con commozione, di chiedere sacrifici, ma di garantire equità, a me pare, che si stia pericolosamente chiedendo troppi sacrifici e si stia spudoratamente operando con ingiusta e insana disequità.
da RTS (Regolarità e trasparenza nella scuola) |