Profumo "La scuola "E' stata premessa e strumento per la crescita delle condizione sociali" La Stampa, 19.3.2012
roma Profumo ha spiegato che la scuola ha trasmesso nei cittadini italiani «quei valori che il Risorgimento aveva concretizzato a livello politico e istituzionale. In questo senso - ha detto - la scuola ha davvero “'fatto gli italiani”, e cambiato la società nel profondo, radicando nel nostro spirito e nella nostra coscienza un carattere identitario che ci ha reso nazione, nel segno dell'uguaglianza e della libertà». Profumo ha aggiunto che proprio la scuola è stata anche «la premessa e lo strumento per una crescita costante della condizione sociale di milioni d'italiani, favorendo la lotta all'analfabetismo e la democratizzazione dei processi di accesso all'istruzione" e che adesso le istituzioni scolastiche «sono chiamate a fare ancora di più: favorire i processi di inclusione in un'Italia multiculturale e multietnica, educando a una cittadinanza attiva e consapevole; migliorare il capitale umano, favorendo l'integrazione tra istruzione e lavoro; lottare contro la dispersione scolastica in linea con i documenti di Europa 2020; creare una società coesa e moderna a partire proprio dalle competenze trasmesse ogni giorno nelle aule da tanti bravi insegnanti». «La sfida educativa, a scuola come all'università, è senz'altro la più difficile che abbiamo davanti - ha quindi proseguito il ministro - ma anche la più affascinante. Da lì passa la costruzione di un futuro migliore per i giovani e quindi per il Paese. Il governo, sin dal suo insediamento, ha riconosciuto come strategica, per il rilancio e la competitività dell'Italia, l'attenzione verso le nuove generazioni». Poi, un accenno alla "delicata" fase di discussione che riguarda il tema del lavoro, nella quale, ha sottolineato Profumo, «dobbiamo pensare a una nuova alleanza tra formazione e professione, nella logica di un processo che si snodi lungo tutto il corso della vita, con un'alternanza scuola-lavoro che diventi elemento anticipatorio rispetto all'invecchiamento precoce delle conoscenze». «Ciò dovrà rappresentare un elemento di strategia generale per un Paese che, attraverso lo sviluppo, voglia ritrovare coesione sociale ed elementi in grado di assicurare una prospettiva ai giovani. Ovviamente questo obiettivo - ha concluso - deve partire dalla formazione, che dovrà rilanciarsi nel futuro attraverso nuovi strumenti e strategie in grado di preparare gli studenti a un ruolo di protagonisti in una società sempre più competitiva e globalizzata. Questo difficile compito può essere svolto soltanto se sapremo essere, ancora una volta, comunità nazionale e di intenti. Superando steccati e rendite di parte per un obiettivo comune di sviluppo e benessere maggiore per tutti». |