La Gilda degli Insegnanti La Tecnica della Scuola, 15.3.2012 Convegno del Centro Studi Nazionale della Gilda e l’Associazione Docenti Art. 33: “Lo stereotipo scolastico e la riforma della scuola secondaria superiore. Quale futuro per gli istituti tecnici e professionali in Italia?” Venerdì 23 marzo 2012 ore 9.30 -13.30 Aula Magna dell'I.T.T. Algarotti” Cannaregio n. 351 Venezia Ecco il testo dell'iniziativa Il Centro Studi Nazionale della Gilda degli Insegnanti e l’Associazione Docenti Art. 33 con questo incontro intendono affrontare la “questione” degli Istituti tecnici e professionali perché, come già ricordato in tutti gli interventi degli esperti delle parti sociali (Confindustria, categorie economiche, Organizzazioni sindacali, ecc.) e sostenuto dai politici di tutte le tendenze, il segmento tecnico-professionale dell’istruzione secondaria è stato, fin dalla sua istituzione, il motore dello sviluppo economico del nostro paese.
Cancellati dalla Riforma Moratti nel 2003, gli Istituti tecnici e
professionali furono sostituiti in un primo momento con i “licei
vocazionali”, ma, in seguito, grazie alla forte richiesta di
Confindustria e Organizzazioni sindacali, recuperati da Fioroni nel
2007. Il ministro Gelmini, che ha lasciato alla commissione De Toni,
istituita da Fioroni, il compito di disegnare i nuovi Istituti
tecnici e professionali (definiti le scuole dell’innovazione), ha,
in più occasioni, indicato uno dei principali obiettivi della
Riforma nel rilancio dell’istruzione tecnica e professionale, per
offrire una formazione sempre più specifica e adeguata alle
richieste del mondo del lavoro. Nell’ultimo decennio il dibattito ha rilevato la necessità del rilancio dell’istruzione tecnica-professionale proprio per colmare la dicotomia tra mercato del lavoro (fabbisogno delle imprese) e scelte scolastiche (figure formate dalla scuola). Infatti, da anni si assiste a un progressivo calo delle iscrizioni agli Istituti tecnici e professionali, calo accentuato negli ultimi due anni, i primi della Riforma Gelmini del ciclo superiore. Secondo molti commentatori questo comprometterebbe la possibilità di una ripresa duratura dello sviluppo economico del paese. Quali sono le ragioni dell’inadeguatezza della Riforma ad invertire la tendenza al calo delle iscrizioni? Innanzitutto una problematica generale: nella società italiana vi è il luogo comune che la scuola di serie A sia il liceo, mentre la filiera tecnico-professionale rappresenterebbe la scuola di serie B e C. Luogo comune profondamente errato, come dimostrano le realtà dei sistemi scolastici evoluti di molti altri paesi europei e non. Il compito di qualsiasi riforma dovrebbe essere quello di aggredire e confutare questo luogo comune, ma il messaggio che è arrivato a famiglie e studenti è invece ancora quello dell’asimmetria di valore tra indirizzo liceale e tecnico-professionale. E’ vero, tuttavia, che alcuni aspetti della Riforma po trebbero aver addirittura contribuito ad un depotenziamento del segmento tecnico e soprattutto degli Istituti Professionali Statali. opo quasi tre anni dalla Riforma è necessario quindi fare il quadro della situazione per costruire nuove proposte utili al rilancio dell’istruzione tecnica e professionale. |