L'intervento

Scuola, numeri certi

 Pasquale Almirante La Sicilia, 18.3.2012

Un gruppo di insegnanti ha già chiesto le dimissioni del capo dipartimento del Miur, Lucrezia Stellacci, che in una intervista aveva giustificato la mancata assunzione di 10mila precari col fatto che ben 41.503 docenti di ruolo venissero pagati senza lavorare perché in giro fra distacchi sindacali e in altri ministeri. Se immediata è stata la reazione piccata dei sindacati, che subito sfornavano numeri diametralmente opposti, di tenore diverso il comunicato del Ministero, tendete a smentire quanto dichiarato dal proprio funzionario: leggende metropolitane, perché non si possono confondere le pere con le mele. E infatti bisogna distinguere tra cattedre e persone e cioè non si può fare un'operazione di sottrazione tra "pere" (numero degli insegnanti) e "mele" (numero dei posti).

Scorrendo i dati ministeriali si scopre infatti che quasi il 50% di quei 41mila è composto da insegnanti inidonei, vittime di malattie professionali, da docenti non più retribuiti dal Miur, tra cui 400 dottorandi di ricerca, e circa mille docenti comandati presso enti, università o organizzazioni politiche statali o regionali. Non percepiscono stipendio invece quei docenti che ricoprono attualmente un mandato politico o amministrativo. Pagati dal Miur ci sono gli insegnanti comandati per l'autonomia, esperti a servizio del sistema d'istruzione e altri che insegnano all'estero. Poi ci sono "un po' meno di mille insegnanti che usufruiscono in tutto il territorio nazionale del distacco sindacale e che assicurano l'esercizio di un diritto costituzionale del personale ad organizzarsi in sindacato" precisa la CislScuola.

Come è potuto allora accadere che un funzionario abbia fatto un errore così grossolano? Ciò avviene, è stato sottolineato, perché un gran numero di docenti sono a tempo parziale, con un orario di cattedra inferiore a 18 ore settimanali, mentre possono esserci fino a 3 docenti che coprono una cattedra di 18 ore e che quindi prestano servizio per 6 ore o docenti che coprono ore di insegnamento lasciate libere da titolari di part-time. In questi casi ci vogliono dunque più docenti per comporre una cattedra.

Tuttavia da altri settori si chiede al ministero, visto l'entità dell'incidente, di fare chiarezza definitiva sull'effettivo numero dei professori in servizio, per capire con quali modalità i tagli dell'amministrazione Gelmini-Tremonti siano stati effettuati.