Ultimi giorni da parlamentare per l'on. Aprea?

 Tuttoscuola, 23.3.2012

L’8 febbraio scorso, un po’ a sorpresa, l’on. Valentina Aprea, presidente della Commissione Cultura della Camera, è stata nominata nella Giunta della Regione Lombardia quale assessore all’istruzione. Da quel momento, in attesa delle sue dimissioni per l’incompatibilità del doppio incarico, è cominciata il toto nomine per la sua sostituzione in Parlamento con il nome dell’on. Bonaiuti in pole position. Ma..

Ma in questi giorni, in occasione del rilancio in Commissione cultura del disegno di legge n. 953 che porta il suo nome, c’è stata la sorpresa di vedere che l’on. Aprea è più che mai presente a Montecitorio dove svolge ancora l’incarico di presidente di Commissione con il suo solito piglio di esperta di questioni scolastiche.

E le dimissioni per l’incompatibilità del doppio incarico?

Un mese dopo la sua nomina ad assessore regionale Enrico Marcora, consigliere regionale dell’Udc al Pirellone e Presidente della Giunta delle elezioni del Consiglio regionale della Lombardia, aveva invitato Valentina Aprea e Ombretta Colli (senatrice nominata sottosegretaria alla presidenza della Regione) a rapide dimissioni per evitare “l’odiosa pratica dei doppi incarichi, che costituisce un elemento di malcostume politico istituzionale largamente deprecabile”.

Nei giorni scorsi sul Corriere della Sera on line è stata riportata la notizia, di fonte Regione Lombardia, che le due parlamentari hanno avviato le procedure previste per le loro dimissioni.

“Per Valentina Aprea sono già definiti e certi i tempi di uscita dalla Camera. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha già inviato una lettera all' assessore, nella quale specifica quali sono i tempi entro cui dovrà dimettersi dalla Camera”.

Aprea, dunque, potrebbe lasciare intorno a Pasqua (forse), soddisfatta per essere riuscita nel suo intento di rilanciato il progetto di legge con il quale aveva esordito all’inizio della attuale legislatura per l'Autonomia statutaria delle istituzioni scolastiche statali con previsione anche di riforma degli organi collegiali e di stato giuridico degli insegnanti.