I sistemi scolastici europei 2012 di Lara La Gatta La Tecnica della Scuola, 3.5.2012 Nell’ultimo Bollettino di Informazione Internazionale di Eurydice alcune schede descrittive dei sistemi educativi dei paesi Ue. L'Unità Italiana di Eurydice, in collaborazione con l'Ufficio II della Direzione Generale per gli Affari Internazionali del MIUR, cura il Bollettino di Informazione Internazionale, attraverso il quale vengono diffuse informazioni relative a tematiche di particolare interesse per il panorama educativo italiano. Nell’ultimo numero del Bollettino vengono presentate alcune schede descrittive sintetiche dei sistemi scolastici dei paesi Ue, partendo dall’educazione prescolare, passando per l’istruzione obbligatoria e secondaria superiore, e soffermandosi sui criteri di ammissione, sull’organizzazione scolastica, il curriculum, la valutazione e la certificazione. L’attenzione è rivolta, in particolare, ai sistemi dei paesi nordici e baltici (Svezia, Danimarca, Finlandia e Lituania), a quelli dell'Europa centrale (Belgio, Paesi Bassi, Germania), dell'Europa centro-orientale (Austria e Slovenia), dell'Europa orientale (Polonia, Repubblica ceca, Romania e Ungheria), dell'Europa occidentale (Francia, Inghilterra, Irlanda) e dell'Europa meridionale (Spagna, Portogallo e Grecia). Come altri lavori della rete Eurydice, anche il questo caso l’informazione per ciascun paese è presentata secondo un medesimo indice, per consentire una più agevole comparazione tra i vari sistemi. Fondamentalmente in Europa si distinguono tre diversi modelli organizzativi dell’istruzione obbligatoria: modello a struttura unica (comprendente i livelli primario e secondario inferiore), istruzione primaria (ISCEd 1) seguita da un periodo di istruzione secondaria integrata (ISCEd 2) corrispondente a un’istruzione comune di base, e istruzione primaria seguita da un’istruzione secondaria differenziata offerta attraverso percorsi educativi distinti. In dieci dei paesi analizzati, l’istruzione generale obbligatoria è offerta in scuole a struttura unica senza transizione fra i livelli primario e secondario inferiore. Terminata la struttura unica si conclude anche l’istruzione obbligatoria, fatta eccezione per la Bulgaria e in Slovacchia dove l’obbligo finisce un anno dopo. Nella maggioranza degli Stati l’istruzione obbligatoria inizia a livello primario (bambini di 5 o 6 anni), mentre in Bulgaria, Grecia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Ungheria e Polonia, l’istruzione obbligatoria è estesa anche al livello preprimario per i bambini di età fra i 4/5 o 6 anni. Ciò che accomuna quasi tutti i paesi è la tendenza al prolungamento dell’obbligo scolastico per garantire l’acquisizione delle competenze di base e ridurre i tassi di abbandono precoce degli studi. In 13 paesi, in seguito a recenti riforme, è stata prolungata la durata dell’istruzione obbligatoria a tempo pieno di uno o due anni (in Portogallo addirittura di 3 anni), mentre il 10 Stati è stato anticipato di un anno l’inizio dell’istruzione obbligatoria.
|