Il ministro non conosce la scuola.
La Tecnica della Scuola, 26.5.2012 “Un atteggiamento che rivela una mancanza totale di conoscenza della realtà della scuola italiana degli ultimi dieci anni”: così i giudizi di sindacati, associazioni di genitori, famiglie con figli disabili, che hanno espresso il giorno dopo le dichiarazioni del Ministro all’Istruzione Francesco Profumo, in visita ieri a Savona, in seguito all’intervista rilasciata a Il Secolo XIX. “Ci sembra opportuno sottolineare”, dice Gianni Cazzola della Cgil Scuola, “che, da quanto dichiarato al giornale, Profumo non abbia dato risposte a problemi reali negandone l’esistenza stessa. Un esempio: non possiamo che essere d’accordo sulla proposta di una scuola aperta dal mattino alle otto alla sera alle sette, con lezioni e attività per la cittadinanza, ma, ci chiediamo, con quali risorse, in un momento in cui le scuole non hanno soldi, non hanno personale e fanno sempre più fatica a garantire, in termini qualitativi e quantitativi, i servizi che devono fornire?” Anche la Cisl Scuola sulla stessa lunghezza d’onda, con le parole di Gianni Garino: “Avremmo avuto piacere che i sindacati fossero stati invitati dalle autorità competenti all’incontro con il Ministro: avremmo potuto rivolgere anche noi opportune domande. Un atteggiamento che rispecchia quello nazionale escludendo il confronto sociale su temi di fondamentale importanza come l’istruzione”. Di “incredibile intervista” parla Franco Xibilia dei Cobas Savona. “La scuola è stata ridotta in questo modo dalla politica che ha smesso di investirvi e questo lo dimostreremo con le denunce dei prossimi giorni. Inoltre Profumo parla di scuole aperte dal mattino alla sera. Siamo d’accordo. Peccato che, per ora, ci hanno tolto anche i pomeriggi che già c’erano”. Anche le associazioni di genitori contro le parole dette da Profumo: “Siamo inorriditi dalle dichiarazioni rilasciate ieri da Profumo che dimostrano una totale estraneità al mondo reale della scuola. In sette anni la scuola ha perso dodici miliardi di investimenti, un numero devastante di docenti e di cattedre, corsi di tempo prolungato, ore di lezione finalizzate al recupero dei ragazzi in difficoltà, materie scolastiche, senza parlare delle ore di sostegno. Ma per il Ministro è tutto a vantaggio della scuola”. E poi ci si chiede: “È normale che i ragazzi siano trenta in classi pollaio oppure è creativo, usando i suoi termini, che quando manca un docente nell’aula di mio figlio vengano smistati una decina di studenti?” |